sabato 25 agosto 2012

È ora di ammettere che abbiamo fallito


VOICE OVER:
Dopo un paio di settimane ti abitui al cibo scadente, ti abitui al caffè nei bicchieri di carta al pane che sa di plastica. Ti abitui alle corse per prendere la metro, a tutta questa gente che condivide poche centinaia di metri
quadri ogni giorno, e non sa dirsi neanche "buonasera". Ti abitui alla pioggia al sole che sorge così presto,Ti abitui alla mancanza del mare, perchè puoi usare i parchi come metadone,ti abitui ai mezzi che funzionano, alle strade pulite, ai bagni pubblici decenti ti abitui alla mancanza delle tapparelle ti abitui ad essere puntuale, alla mancanza del bidet, ai musei gratuiti, al lavoro gratificante. Ad una lingua che non sempre puoi capire ma che è tua, agli stipendi proporzionati, alle tasse basse ad un eccellente livello di civilità. Ti abitui alla nostalgia del sole, della calma delle campagne sterminate, dell'olio buono del vino del contadino. Ti abitui presto e non per questo ti scordi tutto quello che ha
i lasciato. Se ripartirei adesso? senza dubbio....

SUBTITLES:
Non ho veramente voluto nulla di tutto questo. Non sono qui per godermi i vantaggi dell'emigrazione. Non mi godrò mai nulla fino in fondo, starò semplicemente qui, in piedi, a sudare, a ricordarvi con la mia lontananza di avere dei rimpianti. Per tutto quello che di bellissimo mi avete tolto. Per tutto quello che avrei potuto fare, essere, avere a casa mia. E anche se qua andrà tutto per il meglio, non sarò mai a casa, e questa lingua non sarà mai mia come tutte queste nuvole. Ma non ve ne fregherà nulla. Mai. Forse un giorno. Quando le vostre città in macerie, puzzeranno di vecchio, e sentirete finalmente la mancanza di tutti quei ragazzi che avete mandato via a calci. Perché credo che sia tutta colpa vostra, di nessun altro. Nessun politico, nessun amministratore, nessun potente ha più colpa di voi. Di noi. Perchè mi sento responsabile di questa catastrofe tanto quanto lo siete voi. È ora di ammettere che abbiamo fallito. E che il nostro mondo è crollato. E io non sono che una scheggia andata a infrangersi da qualche altra parte.


domenica 5 agosto 2012

Non sono l'uno per cento


 

Per darvi un’idea su quel che vedrete, o quel che vi perderete (se optate per la non visione), prendo in prestito le parole di un anonimo anarchico, visto che non conosco l’autore di queste parole: “Carrara, capitale dell’anarchismo internazionale, l’editore Alfonso Nicolazzi, il professore universitario Gigi Di Lembo, lo scultore Dominique Stroobant, lo storico Massimiliano Giorni e il tipografo Donato Landini parlano di anarchia, valori e ideali raccontando la storia del movimento dal 1984 a oggi. Partendo dalle origini, Morabito prende in esame le principali fasi del movimento anarchico: la rivoluzione spagnola, la lotta partigiana e la fine della seconda guerra mondiale, le conquiste ottenute nel corso degli anni, fino ai movimenti no-global e ai problemi del presente: la guerra, la tutela dell'ambiente, il lavoro precario.
Con una straordinaria operazione di sintesi, dopo due anni di lavoro e 40 ore di riprese realizzate con pochissimi mezzi (una telecamera digitale e un microfono) e tanta sincera passione, Morabito realizza questo filmato di 75 minuti.”

In Altre Parole: “Un bel film documentario sull’anarchismo in Italia”.