Finite le feste si va via da casa.
Si abbandona la città in cui sei nato, il quartiere dove sei cresciuto e gli
amici di una vita (ed anche loro tentano a fatica, chi più chi meno, a
costruirsi un domani fuori da qui). Bisogna dirlo, nessuno c’ha obbligato o
cacciato via, però è anche vero che nessuno ha proposto noi delle alternative.
Così ci ritroviamo con qualche laurea sul curriculum, senza alcuna esperienza,
ad elemosinare un lavoretto sottopagato e di merda (perché non abbiamo diritto
ad alcun diritto), per non pesare più sulle spalle dei nostri genitori. Siamo
quel “capitale umano” di un sistema lavorativo che agevola chi ha i soldi per
comprarsi un lavoro sicuro (leggi master costoso), o l’amico di…, il figlio
di…; poi, naturalmente, ci sono le menti geniali, ma quelle scappano via da
questa nazione, anche se forse non serve un genio per giungere a questa conclusione.
La differenza sta solo nel fatto che il genio viene chiamato dall’estero,
mentre un uomo o una donna, con un quoziente intellettivo medio, scappa via in
cerca di un sogno e quel che trova è molto simile ad un lavoretto che ti
permette di pagare una stanza in affitto. Quindi ci vuole coraggio. Il 2013 è
l’anno in cui bisogna dimostrare e dare coraggio, per le nostre ambizioni, i nostri
sogni, i nostri progetti e le vostre vite; senza mai dimenticare il motivo per
il quale stiamo lottando.
In Altre Parole, citando Cesare
Pavese: “Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.”