Mentre controllavo la salute fisica e mentale di
qualche amico su facebook, ho trovato questa immagine. Generalmente scrivo
direttamente nelle bacheche, di chi pubblica questo genere di fregnacce, frasi
del tipo “ahahahahahahahahah… ed i treni arrivavano in orario”, ma questa volta
non sono riuscito a trasformare il duce in un ferroviere ed ho ben pensato di ribattere con calma alla stupidità.
Analizziamo passo passo la propaganda del nostalgico
fascista…
“Caro Duce, il
debito pubblico sfiora i tre milioni di miliardi, scandaloso per una potenza del
mondo (ma quale potenza?)”
Oggi il debito pubblico sfiora i 2 mila miliardi di
euro.(1)
“Eppure allora, la
Tua Italia, malgrado le ingenti spese che sostenevi per le tue colonie: Libia,
Albania, Etiopia e Somalia, Tu, quadravi il bilancio a pareggio e nel 1926
sbalordivi il mondo con due miliardi di attivo”.
“I fascisti – e De’ Stefani in particolare –
vantarono a lungo l’antitesi tra i loro bilanci ed i passati bilanci. In
realtà, la pretesa di aver risanato la finanza pubblica – definita da Matteotti
«una favola per ignoranti»
– non aveva ragion d’essere.
Il risanamento era la conseguenza dell’esaurirsi delle spese di guerra, nonché
della politica finanziaria dei Governi precedenti, nonché frutto di espedienti
di bilancio, con storni di spese dal presente al passato o dal presente all’avvenire.
[…]Ma con simili espedienti, che migliorano il bilancio aggravando il
patrimonio, non è difficile il miglioramento di qualsiasi bilancio.[…] La
politica di deflazione e rivalutazione della lira, proseguita nel corso del 1927,
fu particolarmente dura per le classi meno abbienti, grazie anche alla
promulgazione, il 21 aprile 1927, della Carta del Lavoro, che stabiliva in modo
rigido ed organico la subordinazione del lavoro al capitale. I salari e gli
stipendi furono ridotti dal 10% al 20%, in una situazione che privava i
lavoratori del diritto di sciopero e di rappresentanti sindacali autentici, e
con prezzi al minuto che si mantenevano abbastanza stabili. Questa tendenza
continuò anche negli anni seguenti, specie nel periodo dal 1927 al 1932. […] I
disavanzi di bilancio del periodo 1929-1935 provocarono un aumento del debito
pubblico da 87.134 a 105.710 milioni”.(2)
Sulle colonie ai tempi del fascismo, mi soffermo a
ricordare, brevemente, i crimini del colonialismo fascista.
“il diffuso impiego dell’arma chimica nelle guerre
coloniali di conquista (Etiopia) e di riconquista (Libia) rappresenta la
manifestazione più palese e brutale, invano negata o ridimensionata dal regime.
[…] anche se questa tragica contabilità appare ancora incompleta, si può
comunque ritenere che dal 1935 al 1938 sono state lanciate sui soldati e sui
civili etiopici non meno di 500 tonnellate di aggressivi chimici. […] il colonialismo
fascista si differenzia da quello precedente per la qualità delle vessazioni
esercitate nei confronti dei civili. Mentre prima ci si limitava all’esproprio
dei terreni, alla confisca dei beni dei ribelli, all’esercizio diffuso del
lavoro forzato, all’imposizione di leggi e di norme spesso in contrasto con i
costumi locali, con il fascismo si passa alla deportazione di intere
popolazioni e alla loro segregazione in campi di concentramento. Si tratta di
provvedimenti gravissimi, che hanno pochi precedenti nella storia della colonizzazione
del continente africano, e che per un’altissima percentuale dei confinati
significano la morte per fame, per malattia o per impiccagione. […] “il cibo
che gli italiani ci davano era veramente nocivo per la nostra salute. Consisteva
principalmente in gallette rotte infestate da vermi” […] altra pratica violenta
introdotta dal fascismo in colonia è la spedizione punitiva condotta con i
rituali metodi squadristici. […] i giornali inglesi, francesi e americani del’epoca
forniscono cifre che oscillano fra i 1400 e i 6000 morti. […] la sola arma dei
carabinieri passa per le armi, in meno di quattro mesi, 2509 indigeni. Alle
operazioni repressive partecipa anche l’esercito.[…] gli indigeni sono inoltre
esclusi dagli alberghi, ristoranti, bar, ritrovi frequentati da nazionali,
mentre la più netta separazione è praticata sugli autobus, sui treni, nei
cinematografi. I nativi sono inoltre obbligati a vivere nei loro quartieri, che
sono ubicati nelle zone più infelici o malsane e su estensioni estremamente
ridotte.”(3)
“Eppure l’operaio,
il pensionato, l’impiegato non conoscevano cartelle di tasse, il commerciante
non aveva registri IVA, mod. 740, IRPEF, ILOR, tasse sulla salute, ICI, ecc. Definiva
i suoi redditi a trattazione privata con gli uffici fiscali, concordando
modeste tasse che venivano pagate in sei rate.”
“Durante il fascismo gli italiani erano arrivati a
evadere le tasse addirittura per il 49 per cento. La situazione non è mai
cambiata più di tanto”.(4)
“Con Te nacquero la
“Previdenza Sociale”, gli “Assegni Familiari”, i premi per i figli nati, i “Sussidi
per gli Anziani”, le strade, le reti fognarie, le scuole, le Case Popolari, le
bonifiche, l’Opera Maternità Infanzia, le Colonie Elioterapeutiche, le Colonie
Marine, ecc. ecc.
Avevamo la pace
sociale, morale, la tranquillità, la dignità di Patria e l’orgoglio di essere
ITALIANI.”
“Dopo l’instaurazione del regime fascista nel 1926,
vennero emanate le leggi fascistissime: furono sospesi tutti i partiti e le
associazioni d’opposizione (gli antifascisti vennero arrestati, processati ed
aggrediti), vennero chiusi gli organi di stampa avversi al regime, venne creata
l’OVRA e il Tribunale speciale.
In uno stato di tipo totalitario, come fu l’Italia fascista, la propaganda, il
controllo dell’informazione e il consenso delle masse fu essenziale. L’Italia
di quegli anni era una nazione ancora ampiamente analfabetizzata, nonostante
tutte le leggi e i regolamenti emanati durante gli anni precedenti. Creare una
nuova scuola significò soprattutto preparare le nuove generazioni
all’accettazione del regime. Quindi l’educazione, l’indottrinamento dei bambini
e la scuola divennero il mezzo privilegiato della propaganda fascista, nonché
un serbatoio di reclutamento”.(5)
In Altre Parole, citando Bertolt Brecht: “Chi non
conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un
delinquente”.
FONTI
(1) Istituto Bruno Leoni, (http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=0000002281);
(2) Domenico Antonio Fausto, “Lineamenti dell’evoluzione
del debito pubblico in Italia (1861-1961)”, pp.91-97, (http://www.delpt.unina.it/stof/15_pdf/15_6.pdf)
(3) Angelo Del Boca, “Le guerre coloniali del fascismo”,
Laterza, 2009, pp. 232-252;
(4) Intelligence in lifestyle, “Noi gli evasivi”, 11
marzo 2011, p.1, (http://www.fiscooggi.it/files/u27/rassegnastampa/07.03.2011_03_3.pdf);
(5) Giulia Antonelli, Michele Bigatton, Francesco
Dario, Agnese Lorenzon, Ambra Makuc, Simone Pecoraro, Andrea Raccovelli, “La
vita dei bambini durante il ventennio fascista”, Treno della Memoria 2009, (http://www.memoriaeimpegno.org/index.php?option=com_content&view=article&id=36:vita-bambini-ventennio-fascista&catid=7:prima-del-39&Itemid=11);