venerdì 20 gennaio 2012

Sono siciliano, ma...




In questi giorni la Sicilia è in rivolta ed i media non ne parlano adeguatamente. “Tutti” i siciliani protestano e bloccano i principali snodi del traffico e del commercio impedento di fatto il proseguio della vita quotidiana. Sul web c’è chi è indignato per il comportamento dei media che oscurano la notizia, chi sostiene virtualmente la “rivoluzione pacifica”, chi si chiede chi c’è dietro la gente che abbraccia forconi o incrocia le braccia. Questa potrebbe essere una estrema sintesi dei fatti che stanno provocando dei disagi facilmente intuibili (come in ogni protesta).

La domanda è una: perché?

Le risposte: Perché non si arriva a fine mese, perché la benzina costa troppo, perché gli autotrasportatori non possono lavorare in queste condizioni, perché non c’è lavoro, perché le tasse sono troppo alte ed evadere resta una via. Io aggiungo che l’acqua fa male ed il vino fa cantare.

La gente, secondo me, è scesa in strada perché ha in corpo parecchia rabbia, ma soprattutto paura. Le cose vanno male, IN POCHI hanno puntato i forconi contro NESSUNO NELLO SPECIFICO ed il resto si è accodato perché il mix di rabbia e paura fa muovere anche gli atrofizzati. Non ho ancora sentito un progetto, un’idea o ideale condiviso tra le persone che stanno “rivoluzionando” la Sicilia. Secondo me non c’è, ma sarà il tempo a darmi torto o ragione, intanto dico solo che continuare a mettersi sotto una bandiera senza sapere il perché stiamo portando la bandiera, non ci porterà mai da nessuna parte.

In Altre Parole, Edoardo Sanguineti diceva: “Vedo che oggi si rinuncia a parlare di proletariato. Credo invece che non c’è nulla da vergognarsi a riproporre la questione. È il segreto di pulcinella: il proletariato esiste. È un male che la coscienza di classe sia lasciata alla destra mentre la sinistra via via si sproletarizza. Loro fanno la lotta di classe, perché chi lavora non deve farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è la più deprezzata e svenduta in assoluto? È importante riaffermare l’esistenza del proletariato. Oggi i proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i pensionati. Poi c’è il sottoproletariato, che ha problemi di sopravvivenza e al quale la destra propone con successo un libro dei sogni”.