martedì 24 giugno 2014

finisco qui

Cinque anni fa, mese più mese meno, scrivevo:
"Consapevole (più o meno) del fatto che la realtà che ci circonda è piuttosto complessa... Che viviamo tempi realmente difficili... Che la libertà di pensiero è un diritto da difendere... Che le parole che ci giungono, tramite ogni mezzo di informazione, sono molte volte di difficile interpretazione... Nasce "In altre parole"... Cercherò di semplificare quanto più possibile le informazioni che interessano noi, liberi (per ora) cittadini italiani..."
Sono cambiate tante cose da allora.
Sono cambiato io... ed alcune cose che ho scritto in passato, oggi non le condivido più.
Lascio tutto qui, non chiudo o cancello nulla.
In Altre Parole: "finisco qui"

mercoledì 11 dicembre 2013

9 dicembre 2013


Quello che ho visto e percepito tra le persone in rivolta é complesso, posso certamente dire che tra le persone c'erano parecchi fascisti, ultras e gente comune con zero coscienza di classe. 
Capisco bene il malcontento generale che genera rabbia e violenza, ma le vere domande sono: 
Dove siete stati fino a ieri? Ma soprattutto, cosa volete oggi?... 
Perché, togliendo i cori da stadio e le bandiere, non ho chiare le rivendicazioni. I metodi mafiosi si. Mi riferisco alle minacce, chiare e dirette, che alcuni commercianti hanno subito, solo perchè volevano tenere aperto il negozio e lavorare. Vogliono mandare tutti a casa.
In che modo? E poi? Instaurare una dittatura? La monarchia? Cosa vogliono? 
       

lunedì 28 ottobre 2013

3 anni dopo...


3 anni fa, con pochi mezzi e poca esperienza (ma tantissima voglia di urlare), ho realizzato un documentario sulla città nella quale sono nato e cresciuto: Enna.

Con "Quale futuro per Enna" volevo fare emergere quel filo conduttore, poco nascosto in realtà, che nessuno aveva voglia di toccare con mano perché "un domani potrebbe servirmi un favore" o perché "non si sa mai". Così, parlando della raccolta e della gestione dei rifiuti, della gestione idrica, del parco urbano, dell'università Kore e della mafia, cercai di dare una visione complessiva di ciò che era Enna: il potere e la comunità ennese.

Dopo 3 anni, mi accorgo che: sono spariti i contenitori della raccolta differenziata sotto casa; sui referendum dell'acqua non credo siano stati fatti passi avanti; il parco urbano resta ancora una terra triste da osservare e non da vivere; l'università non credo abbia portato una ventata di cambiamento culturale; Vladimiro Crisafulli detto Mirello con il 98,5% delle preferenze è ad un passo dalla segreteria provinciale del suo Partito Democratico (PD).

In Altre Parole: "Giuseppe Tomasi di Lampedusa vince ancora..." 

sabato 17 agosto 2013

Yankee go home!


Francesco mi domanda: "Domani Niscemi?" Io: "Certo!"
Comincia così la nostra manifestazione di dissenso, la prima per me a fianco del Movimento No Muos. Appuntamento sotto casa. Francesco arriva in macchina con due ragazzi (Giuseppe e Giuseppe) ed una ragazza (Alice).  Salgo in macchina e raggiungiamo il furgone di Marco. Montati i sedili, prese le bandiere (No Muos), la chitarra ed imbarcato un altro ragazzo (il terzo Giuseppe)... siamo pronti. Si parte!
Pochi chilometri e paletta rossa: posto di blocco. Due chiacchiere e qualche battuta (che non fa ridere) da parte del funzionario in blue e poi si continua il viaggio, alla volta di Niscemi. Arriviamo, parcheggiamo e camminiamo per raggiungere l'ingresso della sughereta.

Lì tanta gente: bambini e bambine, ragazze e ragazzi, uomini e donne, Mamme e Papà contro la realizzazione di uno strumento di guerra, dolore e malattia. Inizia la marcia verso la recinzione. Tra canti e "Yankee go home!", giungiamo alla base. Funzionari vestiti in blue, altri in nero e verde ci aspettano schierati. Qualche spintone ed un paio di manganellate. La recinzione è immensa, quindi ci si sposta verso un tratto in cui con calma si può aprire il primo varco (tagliando le reti) e finalmente entrare. Siamo dentro!          

Ma non siamo ancora tutti dentro. Così, mentre i funzionari multicolor sono tutti impegnati sul primo varco, si lavora con successo sul secondo ingresso (300 metri di recinzione abbattuta). Qualche minuto e siamo tutti dentro (un buon 90%, contrariamente a quanto hanno scritto certi giornalisti stronzi).

Andiamo a recuperare un paio di ragazzi del movimento No Muos che hanno trascorso 24 ore sulle antenne. I ragazzi fissano le bandiere No Muos in cima, che sventolano più belle che mai, e vengono giù. Insieme ritorniamo verso la sughereta, insieme cantiamo e marciamo sotto le stelle al chiaro di luna, insieme bisogna continuare la lotta. Insieme, senza dare spazio alcuno a chi vorrebbe additare ed accusare altri ed altre del Movimento di essere violenti, perchè i violenti sono loro!  I violenti hanno una bandiera a stelle e strisce ed usano funzionari multicolor per continuare a perpetrare violenza, nella nostra terra ed in terre lontane...

In Altre Parole: "Yankee go home!!!" 
  

mercoledì 5 giugno 2013

Contro l'omofobia e la transfobia



L'Agedo Torino, Associazione Genitori di Omosessuali, è scesa in Piazza Carignano per combattere l'omofobia e la transfobia.
Io ero lì per fare delle riprese per il film documentario
"Ci chiamano diversi". Questo è il mio piccolo contributo contro l'omofobia e la transfobia.

In Altre Parole: "Alcune persone sono gay. Fatevene una ragione!"
  

venerdì 24 maggio 2013

La Grecia fa paura



“Anarchici! Bolscevichi! Il paese non vi appartiene!” grida col megafono un membro del partito di estrema destra Golden Dawn (Alba Dorata in italiano). Un partito che approfitta della debolezza e della fame della popolazione greca per fare propaganda e distribuire alimenti di prima necessità SOLO alla popolazione greca. Per gli immigrati che vivono in Grecia il trattamento che si auspicano i membri del partito è diverso. A spiegarlo sono le parole di un sostenitore del partito, che rispecchiano l’ideologia neofascista/neonazista: “Quando andranno via, avremo i soldi per aumentare i salari ed eliminare la disoccupazione. Siamo pronti ad aprire i forni! Li trasformeremo in sapone, così li useremo solo per lavare le macchine ed i marciapiedi… Faremo lampade con la loro pelle e venderemo i loro capelli nei market…” 

In Altre Parole: "La Grecia fa paura..."  
                                

venerdì 10 maggio 2013

Ci chiamano diversi


Scroll down for english version
 
"Ci chiamano diversi" è un film documentario autoprodotto che vuole raccontare l’omosessualità in Italia. Narrare le storie, i pensieri, le paure ed i desideri di persone ritenute diverse, e conseguentemente trattate in maniera differente, sulla base del loro orientamento sessuale e/o della loro identità di genere.

Per sostenere la realizzazione del film documentario, visita i seguenti sitiweb:
CONDIVIDI in rete i contenuti e PRENOTA le quote del film.
 
Qualcuno ha detto: "Mi è sempre sembrata un po’ inutile la disapprovazione dell’omosessualità. È come disapprovare la pioggia". 
 
In Altre Parole: "perché bisognerebbe opporsi alla pioggia?"
 
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“They call us different” is a documentary film about homosexuality in Italy. It tells the stories, thoughts, fears and desires of people judged to be different and therefore treated differently on the basis of their sexual orientation and/or gender identity.

To support the documentary film, visit the websites:
SHARE in internet and REQUEST the shares of the film.
 
Someone said: “I’ve always seemed a little pointless the disapproval of homosexuality. It’s like disapproving the rain”. 

In Other Words: "why we should oppose to the rain?"