mercoledì 22 dicembre 2010

BUONA FORTUNA e buone feste


Buone feste

a tutti i PRECARI ed ai miliardari,

ai RICERCATORI E STUDENTI ed ai potenti,

ai GAY DISCRIMINATI ed agli intolleranti ed ignoranti,

agli STRANIERI SFRUTTATI E MARTORIATI ed ai politici disonesti strapagati,

a CHI SI INCAZZA E PRETENDE DIRITTI ed a chi si nasconde dietro un "così fan tutti",

a CHI LA DIGNITA' NON HA MAI CALPESTATO ed a chi la cerca in una chiesa o in un supermercato,

a CHI CON CORAGGIO LOTTA OGNI GIORNO PER LA VITA ed a chi si accanisce su gente ormai sfinita...



In Altre Parole: "BUONA FORTUNA e buone feste..."



lunedì 20 dicembre 2010


Quale futuro per Enna




Enna è la città natale di Enzo, e lui è l'autore di un blog, dove sta scritto: "Consapevole, più o meno, del fatto che la realtà che ci circonda è piuttosto complessa... che viviamo tempi realmente difficili... che la Libertà di pensiero è un Diritto da difendere... che le parole che ci giungono, tramite ogni mezzo di informazione, sono molte volte di difficile interpretazione... nasce "In Altre Parole". Cercherò di semplificare quanto più possibile le informazioni che interessano noi, liberi (per ora) cittadini italiani...".

Un video-documentario sulle dinamiche e gli interessi che ruotano attorno a specifici argomenti nevralgici della città di Enna: Gestione idrica; Raccolta e Gestione dei rifiuti; Università e Parco Urbano... senza dimenticare che ci troviamo al centro della Sicilia e, per quanto bassa possa essere la percezione del fenomeno, ad Enna la mafia non spara, ma controlla...



In Altre Parole: "Ci vediamo in Galleria Civica martedì 04 gennaio..."



giovedì 9 dicembre 2010

"Quale futuro per Enna" e il mondo



Leggo, dalle statistiche del mio canale su YouTube, che il trailer del film è stato visto 576 volte in tre giorni. La maggior parte di queste visualizzazioni sono state effettuate in territorio italiano, naturalmente... ma le altre, sono state registrate anche in: Danimarca (5 visual.), Regno Unito (5), Francia (3), Spagna (3), Belgio (2), Germania (2), Svizzera (2), Stati Uniti (2), Uruguay (1), Repubblica Democratica del Congo (1), Territori Palestinesi (1), Paesi Bassi (1), Grecia (1) ed Australia (1)...

Approfitto per ringraziare e salutare gli amici all'estero (ed anche a Enna) che stanno, nel loro piccolo, contribuendo alla pubblicizzazione dell'evento...
Grazie e continuate così...


In Altre Parole: "Apri gli occhi e cercala, rincorrila e ricordala, vivila e difendila, è la nostra Libertà..."

lunedì 6 dicembre 2010


Quale futuro per Enna



Ok, ci siamo... io ho fatto la mia parte, il film è pronto, ma adesso mi serve una mano per organizzare la proiezione ad Enna. Pensavo di farla per queste vacanze natalizie. Abbiamo poco tempo per organizzare il tutto ed è per questo che vi chiedo di fare un po' di pubblicità all'evento, attraverso questo trailer ed il passa parola.
Spero di aggiornarvi al più presto sul luogo ed il giorno della proiezione.



In Altre Parole: "Solo consapevolezza ed impegno possono cambiare la realtà, quindi..."

mercoledì 1 dicembre 2010

Il fresco profumo della Libertà



Due giorni fa, a Torino, la società civile è scesa in piazza per urlare l'ennesimo grido di resistenza nei confronti della mafia e dei suoi complici. Marcello Dell'Utri, Senatore del Popolo della Libertà, condannato in appello a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, si trovava presso la libreria "Dante Alighieri", in piazza Carlo Felice, per presentare i diari patacca di Mussolini. Ingresso riservato ai fascisti nostalgici e basta. Viene negato l'ingresso anche al giornalista della redazione del sito 19 luglio 1992 di Salvatore Borsellino. All'ingresso della libreria erano schierati più di venti uomini, tra poliziotti e carabinieri, in tenuta antisommossa. Un imbarazzante programma di sicurezza per tenere lontana la gente onesta ed antimafia del nostro Paese dal condannato per mafia Marcello Dell'Utri. Un funzionario di polizia, leggermente a disagio, mi dice:"Succedono troppe porcate... una più, una meno, non fa differenza" e poi aggiunge "se dovessimo rifiutarci, perdiamo il posto di lavoro".
Urla ed indignazione per dimostrare che c'è ancora un po' di quel vento fresco, di cui parlava Paolo Borsellino, che profuma di Libertà.


In Altre Parole: "Un Paese alla rovescia, con guardie costrette a difendere i ladri dai cittadini Onesti..."



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Oggi voglio ricordare: Ilario Russo




Uomo gravemente ferito il 19 agosto 1949, nella strage di Passo di Rigano, e morto il giorno dopo. Era un Carabiniere.





domenica 14 novembre 2010

Stato, mafia o Stato-mafia?




In Altre Parole, citando Piero Calamandrei: "La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare"... non so voi, ma io respiro male...

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Oggi voglio ricordare: Antonio Bubùsa

Uomo e vittima di mafia




venerdì 12 novembre 2010

L'italiano e l'italiAAAno




Non scrivo da un po' di tempo, e non perchè non ci fossero argomenti da trattare, ma perchè da un po' di tempo lavoro su un progetto che spero vi piaccia non appena pronto.
Detto questo, provo a fare il punto della situazione di quasi due mesi.

Partiamo dalla scuola leghista di Adro dicendo che se un qualsiasi partito riesce a mettere le mani, poco alla volta, sulle scuole c'è solo un risultato: siamo fottuti. Lo diceva nel 1950 Piero Calamandrei: "Il partito dominante, non potendo trasformare le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato [...] Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina". Caro Piero, il tuo messaggio è stato dimenticato e chi lo ricordava lo ha attuato alla rovescia. Infatti ci troviamo a fare i conti con un Sistema Scolastico ed una Università Pubblica senza soldi (tradotto: meno insegnanti, meno qualità, meno Ricerca, più tasse, meno Diritto allo studio) ed un proliferare di Istituti ed Università Private. Ma non è tutto, perchè il vero nemico da combattere, per il Potere, è la Cultura. Qualcuno diceva: "Un popolo ignorante è facile da ingannare". Così ci ritroviamo un'Italia ricca di Musei, Biblioteche, Teatri ed Associazioni culturali, ma povera in termini di risorse stanziate; con gente idiota e miope che ride e si compiace alle parole del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che alla domanda di un giornalista, sui tagli all'Università, risponde: "Fatevi un panino con Dante". Ministro, a Pompei facciamo una discarica o un parcheggio?...

Ma la cosa più importante, per l'Italiano, è la propria salute... per questo, se può permetterselo, va alla ricerca di cliniche private, dove le cure sono rapide e d'eccellenza. Però, abbiamo scoperto l'altra faccia del sistema "rimborsi pubblici alle prestazioni dei privati" nella Sanità, con il caso della Clinica Santa Rita di Milano. Interventi chirurgici (più di 80) che non erano assolutamente necessarie, ma che venivano eseguite solo per far cassa.

Il tutto è stato scoperto grazie alle intercettazioni: quelle famose e cattive strumentazioni, utilizzate per invadere la nostra privacy... talmente odiate, da chi ha troppo da nascondere (e che siede al Governo), che serve una legge per limitarne l'uso.... l'abuso non è giusto, così troppa merda viene a galla.

E' una questione di Giustizia... e per questo si deve fare in fretta, seppellendo una volta per tutte alcuni processi (il falso "processo breve") ed aggiustando la Costituzione, perchè bisogna controllare un po' quei comunisti del potere giudiziario. Se uno ci pensa, che sarà mai l'asservimento all'esecutivo? Ai tempi del fascismo si stava così bene...

Oggi, invece, si muore nelle carceri ed il lavoratore, "l'Italiano nato all'estero" (perchè è così che bisognerebbe cominciare a chiamare l'immigrato che sta in Italia da tanti anni e che vorrebbe continuare a viverci, con i pieni Diritti e Doveri di cittadino) ed i disoccupati, stanno alla canna del gas. Ma tutto va bene!!!... Ottimismo e bunga bunga!!!...

Concludo con i "fatti evergreen": Emergenza rifiuti; Berlusconi & il sesso a pagamento; mafia & Palazzo; Persecuzione e pestaggio dei gay; Polizia antisommossa per chi manifesta pacificamente, ma con determinazione, il proprio disaccordo su scelte politiche; Appalti & Tangenti...


In Altre Parole: "L'italiano è importante per ragionare... ma oggi, chi lo sa fare con la propria testa?"


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Oggi voglio ricordare: Sergio Mancini

Uomo ucciso dalla mafia




venerdì 8 ottobre 2010

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Non è un trailer, ma un film intero... Non anticipo nulla su quello che vedrete e sentirete, ma voglio augurarvi una Buona Visione ed una Buona Riflessione... e conseguente Azione...


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Oggi voglio ricordare: Carlo Gulino

Uomo, e non so aggiungere altro, ucciso dalla mafia nel 1949.

sabato 25 settembre 2010


Loro so loro... e noi...



Erano tempi veramente duri per i politici di una volta, se non stavano attenti. Facendo un esempio, se per caso un politico si distraeva un attimo o era troppo impegnato a pensare agli interessi della collettività, poteva succedere che qualcuno, per contraccambiare il suo lavoro, gli pagava la casa con vista Colosseo (chiedete a Claudio Scajola, Ex Ministro dello Sviluppo Economico)... E poi, toccava dimettersi e rinunciare alla propria posizione. Ma oggi è tutto cambiato, nessuno ti regala più niente. La crisi è crisi per tutti. Infatti, se sei un uomo politico con sufficiente prestigio, tipo un Senatore della Repubblica Italiana, e ti serve una piccola "cortesia" (magari a spese del contribuente, come si faceva un tempo), devi stare sul posto a controllare che i lavori vengano fatti come tu comandi e così non ti permettono di lavorare per gli interessi della collettività...


Dal quotidiano palermo.repubblica.it:

"Vladimiro Crisafulli, senatore del Partito democratico, è stato rinviato a giudizio per concorso in abuso d'ufficio. Secondo l'accusa, Crisafulli avrebbe chiesto e ottenuto la pavimentazione, a spese della Provincia di Enna, di una strada comunale, a Enna Bassa, che porta alla sua villa. Insieme a Crisafulli sono stati rinviati a giudizio, un funzionario della Provincia, Mario Scinardi, il caposquadra Marcello Catalfo e il titolare della ditta che realizzò i lavori, Carmelo Sultano di Gela.

Il reato di concorso in abuso d'ufficio viene contestato anche ai due dipendenti della Provincia e al titolare della ditta. L'inchiesta s' stata condotta dal pm Marcello Cozzolino.

Per diversi mesi, i carabinieri del reparto operativo hanno tenuto sotto controllo la zona dove vive Crisafulli, che sarebbe stato ripreso da una fotocamera mentre dall'esterno del balcone di casa propria avrebbe osservato l'andamento dei lavori. Il rinvio a giudizio del senatore del Pd Crisafulli è stato disposto dal gup David Salvucci. Il processo si aprirà il primo dicembre di fronte al tribunale collegiale presieduto da Elisabetta Mazza.



In Altre Parole, rifacendomi ad Alberto Sordi nel film Il Marchese Del Grillo: "Ricordatevi... Loro so loro... e noi non siamo un cazzo..."



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Oggi voglio ricordare: Celestino Zapponi


Celestino Zapponi lavorava a Partinico ed era un commissario di polizia. Svolgeva il suo lavoro come servitore dello Stato. Controllava il territorio dalle bande mafiose. Morì all’istante dopo essere uscito dal bar e raggiunto da una raffica di mitraglia. L'episodio aveva il timbro del banditismo e le prime indagini puntarono il dito su Giuliano, perché, si disse, che il bandito Fuoco della banda Giuliano aveva vendicato la morte del padre ucciso in un conflitto a fuoco dal commissario Zapponi. Celestino Zapponi è stato ucciso il 3 settembre del 1948.



domenica 12 settembre 2010

Finisti su Marte



Il 5 settembre, 7 giorni fa, Gianfranco Fini (attuale Presidente della Camera) faceva il suo discorso a Mirabello. Mentre il centro sinistra italiano era impegnato ad organizzare la festa in tutta italia, con salsiccia e vino (un tempo, festa dell'Unità... oggi, non saprei come chiamarla), Fini parlava del Suo Partito (PdL). Ha parlato molto, ha detto cose condivisibili, oneste ed a volte scontate e meno condivisibili. Una sola domanda per Fini: "Non è un fatto di ritardo, ma una questione di prevenzione. Perchè ha cofondato il PdL con Berlusconi? Forse non sapeva chi fosse Mr B.?". Mi viene da ridere... Nel discorso si invocano "nuove" idee e prospettive, ma colui che parla di nuovo non ha nulla e non ha fatto nulla rispetto al passato. Diciamo che per stanchezza (figure di merda internazionali, incapacità politica ed amministrativa, eccetera), oggi, si sta smarcando da Mr B. con molta astuzia e perchè l'aria è talmente viziata che si rischia di morire a causa del proprio stesso puzzo... Fini non sta facendo una rivoluzione culturale, si è solo svegliato lentamente e quando ha chiesto "dove mi trovo?", gli è stato risposto "fuori da qui". Fini è un bravo oratore (o per lo meno ha vicino un bravo oratore, che scrive per lui) ma nel suo percorso politico restano sempre alcuni punti fermi: è stato un picchiatore fascista, ha definito Mussolini (nel '94) "il più grande statista del secolo" ed ha avanzato leggi razziste (vedi legge sull'immigrazione).

In Altre Parole: "Per elogiare il discorso di Fini a Mirabello, cosa che personalmente non faccio ma che sicuramente tante persone (anche di sinistra) hanno fatto, siamo veramente alla frutta e confusi"


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Oggi voglio ricordare: Antonio Giacalone

Anche di questo uomo conosco solamente il suo assassino: la mafia.





giovedì 2 settembre 2010


Rientro nel girone



Dopo le vacanze estive, accompagnate dal totale disinteresse (voluto) per ciò che accadeva nel resto del mondo, si riaccende il pc e si ricomincia a leggere e scrivere. Non per tutti naturalmente. In Italia, non avranno più la fortuna di insegnare (a leggere e scrivere) ai loro alunni, quei docenti che da anni insegnavano e quelli che si apprestavano a farlo, perchè il modello "azienda privata" è sbarcato da un po' di tempo nel "settore" Cultura. Università, Scuole medie superiori, Scuole medie inferiori ed Asilo devono essere "gestiti con perfetta razionalità economica" ed avere una "concorrenza", per evitare situazioni di inefficienza e spreco del denaro pubblico. Parlando più terra terra: chi paga di più studia meglio, se gli va di studiare, altrimenti acquista gli esami e va bene uguale... il resto non è concorrenziale.
In fondo in fondo bisogna ammettere che leggere e scrivere non è poi un bisogno vitale. Prendete le donne e gli uomini delle caverne, non leggevano e non scrivevano, eppure mangiavano, bevevano, si amavano e campavano felici (più da morti che da vivi, visto gli anni che si campava allora)... comunque spero che tu sappia leggere, sennò per chi ho scritto fin qui?...
Rimanendo in tema di "bisogni vitali" è importante sapere che senza l'Acqua il corpo umano muore, ma è altrettanto onesto affermare che se qualcuno difende il Diritto di accesso all'Acqua, senza lucro, è tecnicamente più vicino alla morte... chiedete a Giuseppe Barbaro, Consigliere Comunale di Borgetto (Palermo).


In Altre Parole, citando Ascanio Celestini: "Gioite! Il futuro è una merda! E lo stanno costruendo per noi!"



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Oggi voglio ricordare: Calogero Cangelosi


Era la sera del 1° aprile 1948. Non faceva più freddo e la piazza di Camporeale pullulava di contadini, che discutevano animatamente tra loro. In quei giorni, l’argomento era sempre lo stesso: le elezioni politiche del 18 aprile e la «lezione» che la povera gente avrebbe potuto dare a "lorsignori", i padroni del feudo. Anche alla Camera del lavoro quella sera si era tanto parlato di questo, insieme alle lotte da organizzare per l’applicazione dei decreti Gullo sulla divisione del grano a 60 e 40 e sulla concessione alle cooperative contadine delle terre incolte e malcoltivate degli agrari. Poi, Calogero Cangelosi, quarantunenne segretario della Cgil, guardò l’orologio, si accorse che si era fatto tardi e salutò i presenti per tornare a casa. «Calogero, aspetta che ti accompagniamo noi», gli dissero Vito Di Salvo, Vincenzo Liotta, Giacomo Calandra e Calogero Natoli. Il loro non fu un gesto di cortesia, ma un modo per proteggere il dirigente sindacale, che era nel mirino della mafia. L’offerta di una «scorta», insomma. Tutti e cinque uscirono dalla sede della Camera del lavoro, che si trovava in piazza, e si avviarono verso via Perosi, dove Cangelosi abitava con la moglie, Francesca Serafino di 35 anni, e i suoi quattro figli: Francesca di 11 anni, Giuseppe di 5, Michela di 3 e Vita di appena 2 mesi. Erano quasi arrivati, quando dalla parte alta di via Minghetti, che faceva angolo con via Perosi, si udì un crepitare di mitra. Decine di colpi, sparati in rapida successione e ad altezza d’uomo, si abbatterono sull’intero gruppo. Colpito alla testa e al petto, Cangelosi cadde per terra, spirando all’istante. Anche Liotta e Di Salvo furono colpiti e feriti gravemente. Miracolosamente illesi rimasero, invece, Calandra e Natoli. Erano le 22.30. Il rumore degli spari attirò tanta gente. Qualcuno capì quello che era accaduto ed andò di corsa a chiamare i cognati del sindacalista ucciso e i parenti dei due feriti. Questi ultimi furono trasportati all’ospedale, mentre Cangelosi fu portato nella casa del suocero. La moglie Francesca stava allattando la piccola Vita, seduta su una seggiola, quando arrivò un fratello a chiamarla. Immediatamente lasciò la neonata ad una vicina di casa e corse a casa del padre. Calogero era stato sdraiato sul letto, col corpo crivellato dai proiettili. Urla, scene di disperazione. Poi arrivarono i carabinieri, fecero le domande di rito e raccomandarono di non toccare il cadavere fino all’arrivo del magistrato per la perizia. Allora Camporeale faceva ancora parte della provincia di Trapani e passarono ben quattro giorni prima che un giudice del capoluogo si degnasse di mettere piede in paese. «Nel mentre mio marito era gonfiato tutto, fino a diventare irriconoscibile», avrebbe poi raccontato la moglie. Finalmente si poterono svolgere i funerali, a cui parteciparono tutti i contadini del paese e dei comuni del circondario. In mezzo a loro e accanto ai familiari di Cangelosi c’era anche il segretario nazionale del Partito Socialista, Pietro Nenni, venuto ad onorare il suo compagno di partito, 36esimo sindacalista assassinato dalla mafia in quegli anni del secondo dopoguerra. Il 35esimo era stato Placido Rizzotto a Corleone (10 marzo) e il 34° Epifanio Li Puma a Petralia Sottana (2 marzo). Disperazione e rabbia si toccavano con mano. Erano palpabili. «La sera del 16 aprile ’48 - racconta Nicola Cipolla, uno dei capi contadini siciliani di quel periodo - al comizio di chiusura della campagna elettorale, i mafiosi scomparvero tutti dalla piazza per paura dei contadini». Ed accadde un «miracolo»: il 18 aprile il «Fronte Democratico Popolare», composto dal Psi e dal Pci, fu sconfitto in tutta la Sicilia, ma non a Camporeale, dove ottenne ancora più voti delle regionali del ’47. Fu l’ultimo regalo di Calogero Cangelosi ai suoi contadini. Per quell’omicidio, la giustizia «ingiusta» di allora non riuscì nemmeno ad imbastire un processo. Nonostante tutti sapessero che a dare l’ordine di morte era stato il proprietario terriero "don" Serafino Sciortino, mentre a sparare ci avevano pensato il capomafia Vanni Sacco e i suoi «picciotti», si procedette contro «ignoti», che tali rimasero per sempre. Poi sulla vicenda cadde il silenzio.


Fonte: Dino Paternostro, Quotidiano “La Sicilia” del 30 marzo 2008, p. 39.







mercoledì 21 luglio 2010


Il Potere e l'Omologazione





"Il potere vuole che si parli in un dato modo ed è in quel modo che parlano gli operai appena abbandonano il mondo quotidiano, familiare o dialettale... in estinzione. In tutto il mondo ciò che viene dall'alto è più forte di ciò che si vuole dal basso. Non c'è parola che un operaio pronunci, in un intervento, che non sia voluta dall'alto. Ciò che resta originario nell'operaio è ciò che non è verbale, per esempio la sua fisicità, la sua voce, il suo corpo.
La ferocia era terribile ed all'antica... i campi di concentramento nell'URSS, la schiavitù nelle democrazie orientali, l'Algeria. Questa ferocia all'antica naturalmente permane, ma oltre a questa ferocia c'è la nuova ferocia, che consiste nei nuovi strumenti del potere... una ferocia così ambigua, ineffabile, abile, da far sì che ben poco di buono resti in ciò che cade sotto la sua sfera. Lo dico sinceramente, non considero niente di più feroce della banalissima televisione...
L'ideale piccolo borghese di vita tranquilla e per bene, le famiglie giuste non devono avere disgrazie, si proietta come una specie di furia implacabile in tutti i programmi televisivi ed in ogni piega di essi... tutto ciò esclude i telespettatori da ogni partecipazione politica come al tempo fascista, c'è chi pensa per loro... e si tratta di uomini senza macchia, senza paura e senza difficoltà neanche casuali e corporee.
Da tutto ciò nasce un clima di terrore, io vedo chiaramente il terrore negli occhi degli annunciatori e degli intervistati ufficiali... non va pronunciata una parola di scandalo, praticamente non può essere pronunciata una parola, in qualche modo, vera...".


"L'Italia è un paese che diventa sempre più stupido e ignorante. Vi si coltivano retoriche sempre più insopportabili. Non c'è del resto conformismo peggiore di quello di sinistra, soprattutto naturalmente quando viene fatto proprio anche dalla destra".

Pier Paolo Pasolini


In Altre Parole: "Non preoccupatevi, tenetevi in forma e sempre sorridenti, perchè è questo quello che noi vogliamo da voi, affinchè voi crediate che va tutto bene..."




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Oggi voglio ricordare: Epifanio Leonardo Li Puma



Mezzadro di idee antifasciste alla fine della seconda guerra mondiale è stato promotore del movimento dei contadini per la riforma agraria come organizzatore sindacale (della Cgil), politico (era un esponente del Partito Socialista Italiano) e di cooperative. Di orientamento nettamente riformista era contrario ad ogni estremismo ed alle teorie rivoluzionarie.

Nel secondo dopoguerra, sindacalista e capolega dei mezzadri e braccianti senza terra, fu determinato e irriducibile nella promozione dei diritti dei lavoratori contro gli agrari eversori della legalità. Uomo simbolo della giustizia sociale, eroe delle Alte Madonie, in Sicilia, non volle piegarsi alla prepotenza e alle minacce di un potere e di un sistema malsano. È stato barbaramente assassinato dalla mafia agraria, al soldo dei baroni, il 2 marzo 1948 nei terreni di Alburchìa tra Petralia Soprana e Gangi. Nonostante ai suoi funerali, a Petralia Sottana, fossero stati apertamente denunciati i mandanti del suo omicidio, nessuno pagò per la sua morte.







sabato 3 luglio 2010

Mail di una Città che muore



Aprendo la posta elettronica ho letto la storia che riporto sotto...
Una domanda: "Dove sono finiti i servizi tv, gli Speciali, i Titoli dei giornali sull'Aquila?"...


Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky.
Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai.
Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno. Causa terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata.

Ammutolisce.

Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere. Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha avu to la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio.

E mi sale il groppo alla gola. Le dico che abitavo proprio lì.

Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi.

Ed io lo faccio.
Le racconto del centro militarizzato. Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio. Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati. Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire. Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere. Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo. Le racconto che pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte. E ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle
non pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa,che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo. Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un'appartamento in via Giulia, a Roma.

La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio. O un bar. Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra. Lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo.

Le racconto di una città che muore.

E lei mi risponde, con la voce che le trema: "Non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi. Dovete dirglielo. Chiamate la stampa. Devono scriverlo".


In Altre Parole, citando George Orwell: "La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire"...


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Oggi voglio ricordare: Giuseppe Casàrrubea, Leonardo Addamo e Vincenzo Lo Iacono

Uccisi dalla mafia e dallo Stato nell'Assalto alla sede della Camera del Lavoro di Partinico, il 22 giugno del 1947.