sabato 25 settembre 2010


Loro so loro... e noi...



Erano tempi veramente duri per i politici di una volta, se non stavano attenti. Facendo un esempio, se per caso un politico si distraeva un attimo o era troppo impegnato a pensare agli interessi della collettività, poteva succedere che qualcuno, per contraccambiare il suo lavoro, gli pagava la casa con vista Colosseo (chiedete a Claudio Scajola, Ex Ministro dello Sviluppo Economico)... E poi, toccava dimettersi e rinunciare alla propria posizione. Ma oggi è tutto cambiato, nessuno ti regala più niente. La crisi è crisi per tutti. Infatti, se sei un uomo politico con sufficiente prestigio, tipo un Senatore della Repubblica Italiana, e ti serve una piccola "cortesia" (magari a spese del contribuente, come si faceva un tempo), devi stare sul posto a controllare che i lavori vengano fatti come tu comandi e così non ti permettono di lavorare per gli interessi della collettività...


Dal quotidiano palermo.repubblica.it:

"Vladimiro Crisafulli, senatore del Partito democratico, è stato rinviato a giudizio per concorso in abuso d'ufficio. Secondo l'accusa, Crisafulli avrebbe chiesto e ottenuto la pavimentazione, a spese della Provincia di Enna, di una strada comunale, a Enna Bassa, che porta alla sua villa. Insieme a Crisafulli sono stati rinviati a giudizio, un funzionario della Provincia, Mario Scinardi, il caposquadra Marcello Catalfo e il titolare della ditta che realizzò i lavori, Carmelo Sultano di Gela.

Il reato di concorso in abuso d'ufficio viene contestato anche ai due dipendenti della Provincia e al titolare della ditta. L'inchiesta s' stata condotta dal pm Marcello Cozzolino.

Per diversi mesi, i carabinieri del reparto operativo hanno tenuto sotto controllo la zona dove vive Crisafulli, che sarebbe stato ripreso da una fotocamera mentre dall'esterno del balcone di casa propria avrebbe osservato l'andamento dei lavori. Il rinvio a giudizio del senatore del Pd Crisafulli è stato disposto dal gup David Salvucci. Il processo si aprirà il primo dicembre di fronte al tribunale collegiale presieduto da Elisabetta Mazza.



In Altre Parole, rifacendomi ad Alberto Sordi nel film Il Marchese Del Grillo: "Ricordatevi... Loro so loro... e noi non siamo un cazzo..."



_________________________________

Oggi voglio ricordare: Celestino Zapponi


Celestino Zapponi lavorava a Partinico ed era un commissario di polizia. Svolgeva il suo lavoro come servitore dello Stato. Controllava il territorio dalle bande mafiose. Morì all’istante dopo essere uscito dal bar e raggiunto da una raffica di mitraglia. L'episodio aveva il timbro del banditismo e le prime indagini puntarono il dito su Giuliano, perché, si disse, che il bandito Fuoco della banda Giuliano aveva vendicato la morte del padre ucciso in un conflitto a fuoco dal commissario Zapponi. Celestino Zapponi è stato ucciso il 3 settembre del 1948.



Nessun commento:

Posta un commento