mercoledì 21 luglio 2010


Il Potere e l'Omologazione





"Il potere vuole che si parli in un dato modo ed è in quel modo che parlano gli operai appena abbandonano il mondo quotidiano, familiare o dialettale... in estinzione. In tutto il mondo ciò che viene dall'alto è più forte di ciò che si vuole dal basso. Non c'è parola che un operaio pronunci, in un intervento, che non sia voluta dall'alto. Ciò che resta originario nell'operaio è ciò che non è verbale, per esempio la sua fisicità, la sua voce, il suo corpo.
La ferocia era terribile ed all'antica... i campi di concentramento nell'URSS, la schiavitù nelle democrazie orientali, l'Algeria. Questa ferocia all'antica naturalmente permane, ma oltre a questa ferocia c'è la nuova ferocia, che consiste nei nuovi strumenti del potere... una ferocia così ambigua, ineffabile, abile, da far sì che ben poco di buono resti in ciò che cade sotto la sua sfera. Lo dico sinceramente, non considero niente di più feroce della banalissima televisione...
L'ideale piccolo borghese di vita tranquilla e per bene, le famiglie giuste non devono avere disgrazie, si proietta come una specie di furia implacabile in tutti i programmi televisivi ed in ogni piega di essi... tutto ciò esclude i telespettatori da ogni partecipazione politica come al tempo fascista, c'è chi pensa per loro... e si tratta di uomini senza macchia, senza paura e senza difficoltà neanche casuali e corporee.
Da tutto ciò nasce un clima di terrore, io vedo chiaramente il terrore negli occhi degli annunciatori e degli intervistati ufficiali... non va pronunciata una parola di scandalo, praticamente non può essere pronunciata una parola, in qualche modo, vera...".


"L'Italia è un paese che diventa sempre più stupido e ignorante. Vi si coltivano retoriche sempre più insopportabili. Non c'è del resto conformismo peggiore di quello di sinistra, soprattutto naturalmente quando viene fatto proprio anche dalla destra".

Pier Paolo Pasolini


In Altre Parole: "Non preoccupatevi, tenetevi in forma e sempre sorridenti, perchè è questo quello che noi vogliamo da voi, affinchè voi crediate che va tutto bene..."




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Oggi voglio ricordare: Epifanio Leonardo Li Puma



Mezzadro di idee antifasciste alla fine della seconda guerra mondiale è stato promotore del movimento dei contadini per la riforma agraria come organizzatore sindacale (della Cgil), politico (era un esponente del Partito Socialista Italiano) e di cooperative. Di orientamento nettamente riformista era contrario ad ogni estremismo ed alle teorie rivoluzionarie.

Nel secondo dopoguerra, sindacalista e capolega dei mezzadri e braccianti senza terra, fu determinato e irriducibile nella promozione dei diritti dei lavoratori contro gli agrari eversori della legalità. Uomo simbolo della giustizia sociale, eroe delle Alte Madonie, in Sicilia, non volle piegarsi alla prepotenza e alle minacce di un potere e di un sistema malsano. È stato barbaramente assassinato dalla mafia agraria, al soldo dei baroni, il 2 marzo 1948 nei terreni di Alburchìa tra Petralia Soprana e Gangi. Nonostante ai suoi funerali, a Petralia Sottana, fossero stati apertamente denunciati i mandanti del suo omicidio, nessuno pagò per la sua morte.







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