domenica 9 maggio 2010

L'Articolo 50 della Finanziaria Sicilia, sulla Gestione Integrata del Servizio Idrico,
NON RIPUBBLICIZZA UN BEL NULLA



Lo spiega, con una mail, Luigi Meconi del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.

Cari amici della Sicilia – salviamo l’acqua bene comune e non merce – salviamo i beni comuni - salviamo i Comuni.


Il vostro Consiglio Regionale mi sembra che non vi abbia capito.


Questo articolo 50 sulla Gestione Integrata del Servizio Idrico della finanziaria 201
0 Regione Sicilia sembra aria fritta. Forse peggio.

Il quadro generale del confuso legislatore nazionale mira al passaggio del SII a competitività e concorrenza, cioè al mercato (ultima norma, l’articolo 23-bis…). Con lo Stato, o il Pubblico, Regolatore (l’Autority nuova entrata, o che sta per entrare; visti i pronunciamenti di maggioranza e opposizione).


A me sembra che l'articolo 50 della Regione Sicilia sia totalmente coerente con il predetto quadro. Non a quanti vogliono recuperare, o togliere a competitività e concorrenza, al mercato, il governo dei beni comuni, ma a questo quadro iper capitalistico.


Anzi, mi sembra faccia peggio.


1) Mette paletti contro l’abrogazione degli ATO (commi 2 e 3). L'ATO, dal 2006 persona giuridica pubblica, con tanto di burocrazia, abbinato alle Spa, persone giuridiche private, con altra burocrazia, ha raddoppiato i costi del servizio. Quando il Servizio Idrico era gestito da Consorzi, quest'ultimo, persona giuridica pubblica, era insieme Ambito e Gestore; quindi con costi infinitamente inferiori. Aziende Speciali e Consorzi con coerenti forme di democrazia partecipativa, sono esattamente quanto contenuto nella Proposta di legge popolare promossa dal Forum e sottoscritta da oltre 400mila cittadini, dalla vostra Proposta di legge regionale per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico deliberata da oltre 140 Consigli Comunali e infine da quanto si vuole con i tre Referendum di cui si sta raccogliendo le firme in tutta Italia.

2) Al comma 4 questo articolo 50 lascia integralmente salva la filosofia liberista, o per la privatizzazione, dell’articolo 23-bis rispetto ai servizi già pubblici e già locali.
3) Richiamando poi, questo comma 4, senza incertezze, il comma 8 lettera e) dell’articolo 23-bis, dal momento che tutti sappiamo che tutti gli affidamenti del SII come di molti altri Servizi comunali provinciali regionali (rifiuti eccetera) a Società a capitale interamente pubblico o misto “non rientrano nei casi di cui alle lettere da a) a d)” del predetto comma o che sono in violazione Trattato Ue rispetto ai principi di libertà di stabilimento, insediamento e concorrenza e quindi “cessano comunque entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010 senza necessità di apposita deliberazione dell’ente affidante”, questo comma 4 crea false aspettative e false speranze ai non pochi Comuni interessati.

Per convincersi di quanto dico al punto 3) sulle irregolari società a capitale interamente pubblico o misto dei nostri comuni province e regioni invito a fare una comparazione degli Statuti di queste Spa e Srl a capitale interamente pubblico o misto, con quanto dice la Corte di giustizia Ue nella sentenza C-573/07 del 10 settembre 2009 rispetto a una richiesta di pronuncia pregiudiziale su una Spa in house italiana. Dovete però leggere, studiare, tutti i punti della Sentenza. Fino alla fine.


Ho sotto gli occhi la bellissima Proposta di legge regionale d’iniziativa popolare (Bozza). E’ di prima che qualche malaccorto politico ci infilasse la Spa. Tornate a quella. Visto che l’hanno approvata 140 Comuni; senza la Spa.


Questi 140 Comuni, e tutti gli altri, se non vogliono ritrovarsi in brache di tela, cioè senza più servizi a cittadini e imprese, è bene che tornino a questa Proposta di legge e che mettano in tutte le loro piazze banchetti per raccogliere firme di tutti i propri cittadini ai 3 Referendum promossi dal Forum dei movimenti per l’acqua bene comune e non merce.


Se c'è un aspetto di quanto costruito fin qui per riprendere quanto perso, cioè il senso dei beni comuni, è l'aver sempre usato con i cittadini un linguaggio chiaro. Un linguaggio chiaro com'è anche la vostra Proposta di legge regionale per la ripubblicizzazione dell'acqua. Guai se avvicinandoci, come ovvio, alla politica dentro le istituzioni, come un Consiglio Regionale, perdiamo questa chiarezza. Peggio se la perdiamo entrando in contraddizione non solo con i cittadini, ma anche con l'Istituzione pubblica più vicina al cittadino, il Comune; in questo caso i 140 Consigli Comunali che hanno deliberato approvando la vostra Proposta di legge popolare.

Non c'è tra gli studiosi chi non sappia dei pericoli per le Autonomie Locali, per i Comuni e per la democrazia, del Centralismo Regionale (verrebbe da chiedere ai Consiglieri della vostra Regione se hanno istituito il Consiglio delle Autonomie Locali di cui all'art. 123 della Costituzione ultimo comma e cosa, nel caso lo avessero istituito, ha detto su questo articolo 50 della loro finanziaria).


Con l'acqua poi, non è possibile scherzare e temere confronti con chi ha espropriato un bene comune che è dell'umanità da millenni. Se si perde l'acqua, se si perde la sua gestione, è un po' perdere anche noi stessi.


Non posso non concludere ricordando due cose:

1) Alberto De Monaco di Aprilia che ripeteva ai numerosi Sindaci del Coordinamento Nazionale dei Comuni per l'acqua pubblica quanto elaborato all'ultimo incontro nazionale di Aprilia; cioè che il movimento o si regge su questi 3 capisaldi o non è: 1) il Cittadino e forme avanzate di democrazia partecipativa, 2) i Comuni, 3) i Lavoratori dei pubblici servizi.
2) L'appello di Riccardo Petrella perché il tema dell'acqua bene comune e non merce si colleghi con l'Europa. Si sta da tutti paventando i rischi di una Europa incentrata solo sul mercato e quasi assente sul sociale. Io penso con Petrella che l'acqua può diventare un fortissimo motivo per lanciare il tema dell'Europa sociale. Anche qui, cara Antonella, che tanto hai fatto per la proposta di legge regionale per la ripubblicizzazione dell'acqua, e cari coraggiosi Sindaci da me sentiti, non servono scorciatoie e linguaggi men che chiari. Se la Regione sbaglia, i Comuni si debbono sentire; o si passa a qualcosa che non ha nulla a che vedere con la democrazia.
Un saluto

7 maggio 2010 Luigi Meconi


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Oggi voglio ricordare: Peppino Impastato
(Cinisi, 5 Gennaio 1948 - Cinisi, 9 Maggio 1978)


Giovane attivista, politico e conduttore radiofonico italiano, famoso per le denunce delle attività della mafia in Sicilia. Nel 1978 si candida nella lista Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato dalla mafia nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votarono il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio Comunale.






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