mercoledì 24 febbraio 2010

Mi ritorni in mente...


Nel servizio del Tg3 del 24 febbraio 2010 (ore 12.30), si parla dell'ennesimo scandalo italiano nel quale si riciclano soldi sporchi della criminalità organizzata, ed altri affari, che vedrebbero coinvolti un senatore, dirigenti d'azienda Fastweb e Telecom... Nella parte finale del servizio si leggono le parole, scaturite da una intercettazione, di un certo Fanella (Silvio): "non c'è... non c'è un... modo di poter fare... e questo ne discutete... qua,... facciamo che una società... cinese... scarichi direttamente qua... te dice io... sei milioni di roba... ma quando realmente sono dodici milioni...". A questo punto, accantonando lo scandalo (aspettiamo che si entri nel vivo della questione...), mi ritorna in mente lui... Sul business con i cinesi, "mi ritorni in meeeeeeenteeeee... grandeeee come seeeeiiiiii"... Parlo del senatoredellanostraterra (Vladimiro Crisafulli), che assieme ad altri uomini politici della regione Sicilia (Gaetano Armao, stretto collaboratore di Raffaele Lombardo), stanno curando affari con la Cina... Un business di 2 miliardi di euro con una grossa impresa cinese (Hna), per la costruzione di: un aeroporto a Gerbini (Provincia di Enna), un porto ad Augusta (Siracusa) ed imprecisati complessi alberghieri in Sicilia...
Cosa voglio dire con tutto ciò?... Bene, solamente di stare attenti e vigilare sugli affari di questi uomini politici (Crisafulli e Lombardo) che vanno d'amore e d'accordo...
E proprio questa pace e sintonia negli affari, non mi piace neanche un pò.



In Altre Parole: "Stiamo attenti a questi, che potrebbero fare la furbata ed importare la Triade in Trinacria..."


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Oggi voglio ricordare: Nunzio Passafiume

Sindacalista. Viene ucciso il 7 giugno 1945 da Cosa Nostra nell’ambito della lotta per l'occupazione delle terre contro la mafia che spalleggia gli agrari. Morì perché – secondo il giornalista Marcello Cimino - «aveva diffuso in paese idee di uguaglianza e giustizia e in molti [avevano cominciato] a dargli ascolto». «Come dimostrano le successive cronache sindacali e i risultati elettorali - aggiunse il cronista - i mafiosi di Trabia, dopo quel delitto, vissero abbastanza tranquilli per diversi anni».






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