venerdì 30 aprile 2010


Si scrive Acqua, ma si legge Democrazia





Si scrive Acqua, ma si legge Democrazia. E' il messaggio del Forum italiano dei movimenti per l'Acqua. Forum composto da tanti cittadini impegnati, da tanto tempo ma anche da poco (è il mio caso), per raggiungere un obiettivo: Ripubblicizzazione dell'Acqua. Ma perchè l'acqua non è pubblica? Purtroppo no... il fatto che l'acqua continui ad uscire dal rubinetto non la rende pubblica in automatico, se chi gestisce il Servizio Idrico (S.p.A, società miste, eccetera) matura del Profitto da redistribuire a chi detiene le azioni. L'acqua non è una merce, ma un bene comune senza la quale non è possibile vivere dignitosamente, chiedetelo a quelle popolazioni che fanno ore di strada per raggiungere una sorgente o pozzo d'acqua potabile ogni giorno... In Italia, nel 2006 con il Decreto Legislativo n. 152 (c.d. Codice dell'Ambiente), nel 2008 con la Legge n. 133 e nel 2009 con la modifica di alcuni punti della legge n. 133/2008 tramite decreto (Decreto Ronchi), si è compiuta la privatizzazione del servizio idrico rendendo l'acqua un bene mercificabile. Il 24 e il 25 Aprile in tutta Italia è partita la Campagna Referendaria per l'Acqua Pubblica... si sono già raccolte 100 mila firme (ne servono 500 mila per il Referendum).

Si raccolgono le firme per 3 quesiti Referendari, che in ordine andrebbero ad abrogare:

1. L’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008, eliminando di fatto la gestione del servizio idrico affidato a soggetti privati attraverso gara o affidato a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.

In Altre Parole: "Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese".

2. L’art. 150 (quattro commi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), eliminando le uniche modalità di affidamento del servizio idrico: la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico.

In Altre Parole: "L’abrogazione di questo articolo non consentirebbe più il ricorso né alla gara, né all’affidamento della gestione a società di capitali, favorendo il percorso verso l’obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali".

3. L'art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), eliminando quel che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.

In Altre Parole: "Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si eliminerebbe il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici, avviando l’espropriazione alle popolazioni di un bene comune e di un diritto umano universale.".


In Altre Parole: "Cercate il banchetto per la raccolta firme più vicino a casa vostra, presso il sito acquabenecomune.org, ed andate a firmare per i 3 quesiti Referendari".


Nel prossimo post parlerò del Referendum dell'Italia dei Valori, che partirà a breve (1 Maggio) e della Gestione del Servizio Idrico nella mia città (Enna)...


___________________________________

Oggi voglio ricordare: Emanuele Greco

Carabiniere semplice, viene ucciso dalla mafia
assieme ad altri sette militari
il 28 gennaio 1946 a Gela (Caltanissetta),
in quella che fu denominata la Strage di Feudo Nobile.







Nessun commento:

Posta un commento