venerdì 26 febbraio 2010


NO TAV = NO MAFIA



Perchè No TAV (Treno ad Alta Velocità)?... Ci sono parecchie motivazioni valide, ed avvalorate da altrettanti studi e valutazioni di carattere economico-ambientale, che spiegano l'inutilità di questa opera infrastrutturale. Di seguito riporto una pagina, presa dal sito della No TAV - Valle Sangone, che riassume le motivazioni sul perchè è doveroso dire NO alla TAV. A queste motivazioni aggiungo, attraverso un articolo del quotidiano La Stampa, le reali possibilità che la mafia ('Ndrangheta) possa fare grossi affari con la TAV.
Buona Lettura.

Quest'opera è costosissima
Si parla di 15 miliardi di euro, che presumibilmente aumenterebbero molto come succede di solito in queste occasioni. Tutti sappiamo quanti sono 15 miliardi di euro, ma proviamo a pensarci bene: sono 15000 milioni di euro, 30000 miliardi di lire. Con quei soldi si potrebbero dare 15000 euro a ciascun abitante di Torino e ne avanzerebbero ancora. Tutto questo mentre sempre più persone faticano ad arrivare alla fine del mese. Provate ad entrare in un ospedale o a fare un viaggio su un treno di pendolari, poi chiedetevi se questi soldi non si potrebbero spendere meglio.


Questa opera è inutile
I dati ufficiali della Sitaf spa (la società che gestisce il traforo autostradale del Frejus) mostrano una costante diminuzione del traffico pesante attraverso il traforo.
Uno studio più completo , effettuato da docenti del Politecnico e dell'Università Cattolica di Milano, mostra quanto quest'opera sia inutile e come sarebbe preferibile effettuare investimenti su altre direttrici di traffico che ne avrebbero invece bisogno. Lo studio è pubblicato dal sito www.lavoce.info: Gad Lerner, il 7 dicembre 2005 su LA7, ha definito questo sito "bocconiano liberista, amante di un capitalismo migliore". Non si tratta certo di ambientalisti sfegatati, eppure anche loro sono convinti che l'opera sia inutile.

Un'altro studio realizzato dalla società Polinomia srl analizza nel dettaglio i traffici merci attraverso le Alpi e giunge allo stesso risultato: l'opera è inutile. Tra l'altro, a pagina 5 di questo studio si legge che nel 2000 al valico di Tarvisio è stata completata una linea ferroviaria "rispondente a tutti i più moderni standard in tema di trasporto merci ferroviario". Nonostante ciò il traffico su ferrovia non è aumentato, mentre il traffico su strada è aumentato del 14-15% medio l'anno. La presenza di una migliore linea ferroviaria non ha attratto nuovi traffici merci che continuano a preferire la strada.

Quest'opera è pericolosa per la salute

I mezzi di informazione insistono sul fatto che la linea ferroviaria sarebbe quasi tutta in galleria e che toglierebbe il traffico dall'autostrada riducendo l'inquinamento. Bisognerebbe proprio essere stupidi per rifiutare una simile occasione, viene da pensare.
Il problema è che le gallerie non ci sono: bisogna prima costruirle. Le gallerie sono tre: una internazionale di 54 Km, una di 12Km e un'altra di 23 Km lungo la valle. La costruzione delle gallerie produrrebbe danni gravissimi. Le gallerie dovrebbero attraversare rocce contenenti uranio e amianto che verrebbero dispersi nell'atmosfera in seguito ai lavori di scavo.
L'amianto è presente nelle rocce che dovrebbero essere attraversate dalla galleria più orientale, sotto il monte Musiné. Qualunque geologo è in grado di confermarlo, comunque ecco i risultati di uno studio svolto dall'Università di Siena . Questo studio è stato commissionato da RFI, la società incaricata costruire la parte italiana della nuova linea ferroviaria.
Questo estratto dai documenti originari RFI (la società incaricata costruire la parte italiana della nuova linea ferroviaria) stima che dovrebbero essere estratti di più di un milione di metri cubi di materiali contenenti amianto.
Ecco un documento di un oncologo dell'Ospedale San Luigi di Orbassano che descrive la pericolosità dell'amianto presente nelle montagne che verrebbero attraversate dalle gallerie.
Un documento firmato da oltre 100 medici di base descrive i pericoli dovuti a uranio e amianto.
Questo documento del noto meteorologo Luca Mercalli , presidente della Società Meteorologica Italiana, conferma che il rischio amianto non riguarda solo la valle di Susa ma si estende almeno fino alla prima cintura di Torino.
Sappiamo benissimo che l'amianto si può trattare in sicurezza. Il problema è che trattare in questo modo una così grande quantità di materiale produrrebbe un aumento enorme dei costi e dei tempi di lavorazione. Tutti sappiamo come spesso vengono svolti i lavori nei cantieri: diventa difficile fidarsi quando in gioco c'è la propria vita e la propria salute.
Il massiccio d'Ambin, immediatamente ad ovest di Venaus, contiene minerali di uranio. Potete seguire questo collegamento per vedere il risultato di analisi effettuate su campioni di roccia e per avere informazioni sui tentativi fatti più volte di avviare una estrazione di uranio su scala industriale.
In questa nota le segreterie e i coordinamenti provinciali dei Vigili del Fuoco di Torino si dicono convinti che "l'opera, così come è stata progettata nel suo percorso di realizzazione, rappresenti un serio pericolo per la popolazione e per l'ambiente". Nella stessa nota mostrano forti dubbi sulla possibilità di garantire la sicurezza nelle gallerie in caso di incidente.

Quest'opera avrebbe un impatto ambientale devastante
Le gallerie intercetterebbero le falde che alimentano le sorgenti con il rischio di farle seccare rapidamente così com'è successo con i lavori per l'alta velocità del Mugello. Gli stoccaggi dei materiali di scavo potrebbero aumentare il dissesto idrogeologico già presente nella Valle di Susa. Leggi il documento presentato alla Commissione Petizioni europea il 29.11.2005
La costruzione dovrebbe durare 15 anni, ma non è difficile aspettarsi durate reali ben superiori: una intera generazione di cittadini crescerebbe all'interno di un enorme cantiere, un'altra generazione non vedrebbe altro che cantieri per il resto della vita.
L'enorme quantità di materiale estratto dalle gallerie richiederebbe un numero impressionante di viaggi di autocarri, rendendo difficilissima la circolazione e portando inquinamento ovunque. Nessuno sa cosa fare del materiale estratto, che verrebbe depositato qua e là nella valle degradando e rendendo invivibili ampie superfici. Questa non è una pianura, questa è una valle larga circa 1 chilometro: molto del poco spazio disponibile è già occupato da due strade statali, una ferrovia e un'autostrada, senza contare due elettrodotti internazionali.


La TAV è inoltre un grande affare per la mafia. Poichè le mafie investono i loro capitali illeciti (quindi riciclano i soldi ottenuti attraverso il traffico di droga, di armi, prostituzione, eccetera) nel mercato lecito. Secondo un investigatore dell'Antimafia, che opera in Piemonte, sono tantissime le indagini investigative che iniziano e che potrebbero dimostrare il collegamento tra gli affari leciti e la mafia in Piemonte, ma per mancanza di mezzi e di uomini il tutto si blocca e non si va avanti. Le imprese collegate alle cosche operano con ingenti capitali di origine illegale ma perfettamente ripuliti attraverso sofisticate triangolazioni finanziarie. Soprattutto traverso i più importanti money transfer, molti dei quali concentrati in Piemonte e principalmente a Torino.

In Altre Parole: "NO TAV = NO MAFIA"



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Oggi voglio ricordare: Calcedonio Catalano



Ucciso dalla mafia nel 1945.





giovedì 25 febbraio 2010

Stato italiano: "Fermare la mafia? Facciamo un patto..."




L'intervista a Nicola Biondo, giornalista freelance, racconta la storia del libro dal titolo IL PATTO da Ciancimino a Dell' Utri. Scritto assieme a Sigfrido Ranucci Edizione Chiarelettere, racconta di fatti buttati nel dimenticatoio e nascosti ai più.
Ma cos'è l'Italia? Forse l'involuzione di un Paese che da "Stato colluso con la mafia" sta percorrendo la strada (o forse ha già terminato il percorso) per definirsi "Stato mafia": uno Stato dotato di proprio ordinamento giuridico politico, dove il controllo reale del territorio, tramite il monopolio della forza e l’imposizione di determinate norme, non è condotto dagli organi e dalle istituzioni legittime, ma è in mano a potenti organizzazioni criminali (o network) capaci di coordinare e coinvolgere altri soggetti e/o gruppi (politici, governativi, comuni cittadini) nel loro vasto intreccio di azioni.


In Altre Parole: "Tranquilli... Le mafie sono al governo e stanno lavorando per loro..."


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Oggi voglio ricordare: Filippo Scimone

Maresciallo dei Carabinieri, viene ucciso dalla mafia nel 1945 a San Cipirello (Palermo).



mercoledì 24 febbraio 2010

Mi ritorni in mente...


Nel servizio del Tg3 del 24 febbraio 2010 (ore 12.30), si parla dell'ennesimo scandalo italiano nel quale si riciclano soldi sporchi della criminalità organizzata, ed altri affari, che vedrebbero coinvolti un senatore, dirigenti d'azienda Fastweb e Telecom... Nella parte finale del servizio si leggono le parole, scaturite da una intercettazione, di un certo Fanella (Silvio): "non c'è... non c'è un... modo di poter fare... e questo ne discutete... qua,... facciamo che una società... cinese... scarichi direttamente qua... te dice io... sei milioni di roba... ma quando realmente sono dodici milioni...". A questo punto, accantonando lo scandalo (aspettiamo che si entri nel vivo della questione...), mi ritorna in mente lui... Sul business con i cinesi, "mi ritorni in meeeeeeenteeeee... grandeeee come seeeeiiiiii"... Parlo del senatoredellanostraterra (Vladimiro Crisafulli), che assieme ad altri uomini politici della regione Sicilia (Gaetano Armao, stretto collaboratore di Raffaele Lombardo), stanno curando affari con la Cina... Un business di 2 miliardi di euro con una grossa impresa cinese (Hna), per la costruzione di: un aeroporto a Gerbini (Provincia di Enna), un porto ad Augusta (Siracusa) ed imprecisati complessi alberghieri in Sicilia...
Cosa voglio dire con tutto ciò?... Bene, solamente di stare attenti e vigilare sugli affari di questi uomini politici (Crisafulli e Lombardo) che vanno d'amore e d'accordo...
E proprio questa pace e sintonia negli affari, non mi piace neanche un pò.



In Altre Parole: "Stiamo attenti a questi, che potrebbero fare la furbata ed importare la Triade in Trinacria..."


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Oggi voglio ricordare: Nunzio Passafiume

Sindacalista. Viene ucciso il 7 giugno 1945 da Cosa Nostra nell’ambito della lotta per l'occupazione delle terre contro la mafia che spalleggia gli agrari. Morì perché – secondo il giornalista Marcello Cimino - «aveva diffuso in paese idee di uguaglianza e giustizia e in molti [avevano cominciato] a dargli ascolto». «Come dimostrano le successive cronache sindacali e i risultati elettorali - aggiunse il cronista - i mafiosi di Trabia, dopo quel delitto, vissero abbastanza tranquilli per diversi anni».






sabato 20 febbraio 2010

Lo Stato Lotta o Sostiene la mafia?



Oggi pubblico un articolo preso dal sito di Salvatore Borsellino www.19luglio1992.com, perché estremamente chiaro, semplice ed importante per capire molte cose sulla Lotta alla mafia, di ieri e di oggi. Non aggiungo altro. Buona lettura.


Intervento del giudice Alfonso Sabella alla presentazione del libroIl Patto

di Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci (1 febbraio 2010).

Trascrizione ed introduzione di Federico Elmetti.


Sabella: "Sapevo del patto tra lo Stato e Provenzano fin dal 1996"

Parla Alfonso Sabella, il magistrato “stritolato dalla trattativa”, come lo definì Marco Travaglio in un’intervista di qualche tempo fa su Il Fatto Quotidiano. Parla alla presentazione a Roma del libro “Il Patto” di Nicola Biondo e Sigrifdo Ranucci (1 febbraio 2010). Il libro che per la prima volta si addentra nelle carte del processo Mori-Obinu e racconta la storia incredibile di Luigi Ilardo, mafioso della famiglia di Piddu Madonia, confidente segreto del colonnello Michele Riccio, infiltrato in Cosa Nostra con il preciso obiettivo di condurre i Carabinieri alla cattura di Bernardo Provenzano, il capo indiscusso di Cosa Nostra dopo la cattura di Salvatore Riina. Quando Ilardo però, il 30 ottobre 1995, li porterà proprio all’uscio della masseria di Provenzano, dai vertici del Ros arriverà l’ordine di fermarsi e non intervenire. Oggi, i verbali di Massimo Ciancimino rimettono insieme i pezzi mancanti del puzzle e spiegano il perché di questa come di un’altra serie impressionante di coincidenze inquietanti. Parla Sabella e dice cose pesantissime e inedite, ma con la calma e la pacatezza che lo contraddistinguono. Dice che in realtà anche prima delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino si poteva sapere come erano andate davvero le cose. Lui e i suoi colleghi di Palermo, all’epoca delle indagini successive alle stragi, già avevano capito tutto. Ma non c’erano né le condizioni giudiziarie, né quelle politiche per poter giungere alla verità. Eppure era tutto troppo chiaro. Ora, dice Sabella, dopo 17 anni, sembrano esserci finalmente le condizioni giudiziarie. Quelle politiche, purtroppo, ancora no. E per quelle, si spera di non dover attendere altri 17 anni.

Io sapevo


Quello che adesso sta emergendo, io come altri colleghi della procura di Palermo lo sapevamo già almeno dieci anni fa. Facciamo dodici. (…) Il patto non è stato uno, i patti sono stati tanti. Il primo aveva avuto dei tentativi di accordo, dei tentativi di trattativa, dei patti conclusi, dei patti che non hanno avuto buon esito e così si è andati avanti, almeno per quel che mi riguarda, a cavallo tra le stragi di Capaci e Via D’Amelio, probabilmente già prima della strage di Capaci, fino ai giorni nostri. (...) Queste cose erano già uscite nel lontano 1996, dopo la cattura di Giovanni Brusca. Brusca io l’ho interrogato tantissime volte, più di un centinaio, sono quello che l’ha catturato, quello che l’ha convinto a collaborare, quello che ha raccolto le sue dichiarazioni, ero in qualche modo il suo magistrato di riferimento. (…) Parlando con me mi ha raccontato del papello. Quello che adesso viene fuori dal papello, per esempio, il primo punto del papello, la revisione del maxiprocesso, non avevo bisogno di saperlo dal papello, perché lo sapevo già dal ‘97 quando Brusca mi aveva detto che l'unica cosa che interessava a Salvatore Riina era la revisione del maxiprocesso. Del resto, i mafiosi non hanno un’etica, (…) gli interessa soltanto due cose: potere e denaro. Denaro e potere. Non hanno nessun altro interesse. (…) E chi decide di trattare con questa gente si deve assumere le proprie responsabilità. Probabilmente adesso ci sono le condizioni giudiziarie perché si faccia luce su queste cose. Ma non ci sono certamente le condizioni politiche. A questo punto dicono: “Tu sei un magistrato, sei soggetto solo alla legge”. Secondo una certa equazione che ho visto all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il magistrato è soggetto alla legge, le leggi le fa il parlamento, il magistrato è soggetto al parlamento. Del sillogismo mi sfugge qualche pezzo, probabilmente c'è qualcosa della logica che non riesco a comprendere bene, però questo è il sillogismo del nostro ministro. Fin quando un magistrato viene messo nelle condizioni di svolgere il suo lavoro e di essere giudice solo soggetto alla legge, le cose stanno in un certo modo, quando questo non si verifica, probabilmente le cose vanno in un modo un pochino diverso...


Paolo Borsellino era l’ostacolo principale alla trattativa


Ci sono stati punti oscuri. Io continuo a battere sulla mancata perquisizione del covo di Salvatore Riina. (…) Io con le cose che ho trovato in tasca a Bagarella ci ho arrestato 200 persone. Mi chiedo: che cosa si poteva fare con quello che avremmo trovato a casa di Salvatore Riina? Stiamo parlando del capo dei capi di Cosa Nostra. Questa è una cosa che nessuno sa, una chicca. La certezza che quella casa fosse la casa di Riina si è avuta soltanto per caso, perché non c’era alcuna prova, avevano imbiancato tutto, con i Carabinieri del Ros che avevano assicurato che avrebbero controllato quel covo con le telecamere. La certezza si è avuta soltanto perché in un battiscopa era finito un frammento di una lettera che Concetta Riina, la figlia di Riina, aveva scritto a una compagna di scuola. Soltanto per caso. E’ l’unica cosa che si è trovata. (…) Non è una cosa da sottovalutare. Perché secondo me è la chiave di lettura del patto che è raccontato in questo libro. Ovvero un patto che viene stipulato, concluso, sottoscritto. Mi assumo le mie responsabilità di quello che dico: patto da cui verosimilmente si determina la morte di Paolo Borsellino, perché Paolo Borsellino molto probabilmente viene ucciso a seguito di questo patto.
Ricapitoliamo. Viene ammazzato Giovanni Falcone, c’è un movente mafioso fortissimo per la strage di Capaci. Falcone è l’uomo che ha messo in ginocchio Cosa Nostra, che l’ha processata, che l’ha portata sul banco degli imputati, l’ha fatta finalmente condannare (sentenza del dicembre dell’86). Il 30 gennaio 1992 (perché le date sono importantissime) viene confermata dalla Cassazione la sentenza di condanna all’ergastolo per la cupola di Cosa Nostra. (…) Al 30 gennaio c’è la sentenza. Falcone in quel momento è al Ministero e viene accusato da Cosa Nostra di aver brigato, di aver fatto in modo che quel processo non finisse al collegio della prima sezione della Cassazione presieduta da Corrado Carnevale. Il 12 di marzo viene ammazzato Salvo Lima. Salvo Lima è l’uomo, secondo tutti i collaboratori di giustizia, ancorché non sia mai stato processato e condannato per questo, che era il referente politico di una determinata corrente della DC in Sicilia per conto di Cosa Nostra. Ovvero era il canale tra la politica e Cosa Nostra. A questo punto è normale che i nostri Servizi si diano da fare. Quindi io credo che i movimenti siano iniziati già prima della strage di Capaci. E’ soltanto un’ipotesi e null’altro. Sta di fatto che il 23 di maggio viene ammazzato Giovanni Falcone. Riina deve dire a Cosa Nostra che “questo cornuto” è morto, Cosa Nostra si è vendicata. Si prendono i classici due piccioni con una fava secondo i collaboratori di giustizia, perché Falcone viene ammazzato alla vigilia delle elezioni del presidente delle repubblica. In quel momento sapete benissimo chi era il candidato alla presidenza della repubblica (Giulio Andreotti, n.d.r.), persona che così, a seguito della strage di Capaci, non viene proposta e viene eletto poi un altro presidente della repubblica (Oscar Luigi Scalfaro, n.d.r.).


Tinebra ha creduto sempre a Scarantino, io mai


A questo punto ci sono quegli incontri di cui sta parlando Massimo Ciancimino. C’è un pezzo dello stato che va da Massimo Ciancimino e chiede: “Che cosa volete per evitare queste stragi?” Il messaggio a questo punto è arrivato chiaro allo stato. Noi stiamo eliminando tutti i nemici e gli ex-amici, quelli che ci hanno garantito delle cose che poi non ci hanno più dato. A questo punto arriva il papello. Il primo punto del papello è la revisione del maxiprocesso. (…) Ora abbiamo una vicenda inquietante. Il primo luglio del 1992 Paolo Borsellino viene convocato d'urgenza al Viminale dovi si incontra con il ministro dell’Interno di quel momento (Nicola Mancino, n.d.r.). Il ministro dell'Interno di quel momento negherà sempre di avere avuto quell'incontro, incontro confermato dall'altro procuratore aggiunto di Palermo, il dottor Aliquò, di cui si trova traccia nell’agenda di Paolo Borsellino. Quella trovata, perché una poi è stata fatta sparire e non s’è mai trovata, l’agenda rossa. Su quella grigia annotava dettagliatamente “Ore 18:00, Viminale, Mancino”. Che cosa succede in quell’incontro? Non lo sappiamo. Possiamo fare un’ipotesi. Allora, se al primo punto del papello c’è la revisione del maxiprocesso, chi è l’ostacolo principale alla revisione del maxiprocesso? Il giudice che insieme a Giovanni Falcone ha firmato l’ordinanza-sentenza di quel maxiprocesso. Ha un nome e un cognome e si chiama Paolo Borsellino. Ipotizziamo che a Borsellino venga proposto di non protestare tanto in caso di una revisione del maxiprocesso e Paolo si rifiuti, che cosa succede? Paolo muore. (...)


Non ho mai creduto che Pietro Aglieri fosse il responsabile della strage di Via D’Amelio.

Pietro Aglieri è stato condannato sulla base delle dichiarazioni di Scarantino. Scarantino era il pentito di cui mi occupavo io a Palermo. E’ stato sempre dichiarato inattendibile, non l’ho mai utilizzato nemmeno per gli omicidi che confessava. Il dottor Tinebra l’ha utilizzato fino in fondo fino ad ottenere delle sentenze passate in giudicato. Io lo dicevo su una base logica. La strage di Via D’Amelio è talmente delicata che se l’ha fatta Riina, la doveva commissionare per forza ai suoi uomini più fidati, ovvero ai fratelli Graviano. Non poteva commissionarla a un uomo di Provenzano che è Pietro Aglieri. (...)


La mancata perquisizione del covo di Riina è la chiave di tutto


Paolo muore: due piccioni con una fava. Da un lato si alza il prezzo della trattativa dalla parte di Salvatore Riina, dall'altra parte si elimina l'ostacolo alla revisione del maxiprocesso. Perchè a Riina interessavo solo quello. Questa è solo un’ipotesi però vi assicuro che ci sono tanti elementi che vanno in quella direzione. E la prova poi ne è in quello che è raccontato esattamente in questo libro. Il Patto. Il patto (e questo lo dico invece senza il minimo problema) che invece è stato stipulato a quel punto tra lo stato e un'altra parte di Cosa Nostra, che non era più Salvatore Riina, ma la parte “moderata” che si chiama Bernardo Provenzano. Perché quello da cui bisogna partire è che Cosa Nostra non è un monolite. Cosa Nostra non era unitaria, Cosa Nostra già in quel momento aveva delle spaccature. (…) Il patto prevede questo. Da un lato Provenzano garantisce la cattura di Salvatore Riina (ho più di un elemento per dire che Salvatore Riina è stato venduto da Provenzano e non me lo deve venire a dire Ciancimno adesso: lo sapevo già). (…) Provenzano garantisce che non ci sarebbero state più stragi e infatti non ce ne sono state più, vengono fatte nel ‘93 dagli uomini di Bagarella, ovvero di Riina, fuori dalla Sicilia. Dall'altro lato ha avuto garantita l’impunità. Aveva avuta garantita la sua latitanza, come dimostra la vicenda Ilardo in maniera inequivocabile: una parte dell’Arma dei Carabinieri ha più che verosimilmente protetto e tutelato la latitanza di Bernardo Provenzano. Ma perché Provenzano fosse in grado di mantenere questo patto, questa è la novità di quello che sto dicendo, probabilmente una delle richieste era che venisse consegnato Riina, ma non l’associazione. Anzi. Che l’intera associazione mafiosa dovesse passare nelle mani di Bernardo Provenzano. E’ questa la ragione per cui a mio avviso non si perquisisce la casa di Riina. Perché nell’accordo Provenzano vende Riina, ma non vende l’associazione mafiosa. Tutto questo con il sigillo del nostro stato. L’impresa mafia. (...) Balduccio Di Maggio sarebbe quello che ha portato i Carabinieri a casa di Riina. Sappiamo benissimo (adesso Ciancimino lo dice) ma lo sapevamo già che non era così, perché i Carabinieri erano sul covo di Riina già prima che Di Maggio venisse arrestato, quindi figuriamoci... Se la magistratura di Palermo fosse entrata nel covo di Riina avrebbe non dico distrutto, ma avrebbe dato un colpo, se non mortale, quasi, all’associazione mafiosa.



In Altre Parole: “Con un partito politico come il Pdl (ex Forza Italia) al Governo, partito nato nel 1994 e sostenuto dalla mafia (secondo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino), e con una opposizione inesistente come il Pd, non ci sono ancora le condizioni politiche per conoscere la verità: Lo Stato Lotta o Sostiene la mafia?”



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Oggi voglio ricordare: Andrea Raja



Combattivo sindacalista, viene ucciso dalla mafia il 6 agosto 1944 a Casteldaccia (Palermo). Andrea Raja si batteva insieme ad altri 38 sindacalisti, ma furono tutti uccisi dalla mafia (che spalleggiava gli agrari e i ricchi latifondisti) perchè il movimento contadino occupava la terra rivendicandola.




giovedì 18 febbraio 2010

Gelatina?... No, Merda!...



I magistrati di Firenze sono stati fin troppo educati nel dare quella definizione al "Sistema di affare" maleodorante... ma loro hanno un professionalità da far valere e non possono, giustamente, sbilanciarsi più di tanto. Ma noi?... Noi possiamo continuare a galleggiare nei molteplici "Sistemi"?...
Oggi non ci troviamo davanti ad un problema, ma di fronte ad una valanga (come quella di Maierato) che non trova ostacoli...
Siamo un Paese altamente sismico ma nulla, in realtà, ci scuote...
Ma voi volete il Ponte sullo Stretto, gli Inceneritori, le Centrali Nucleari? (Io no).
A parte i movimenti di protesta che si battono quotidianamente, formati da piccoli numeri (perle rare), il resto sta a guardare cosa succede...
Siamo un Paese, come altri, che sta affrontando una crisi economica provocata dai giochini degli speculatori, che non vivono la crisi, mentre gli operai, gli ingegneri, i lavoratori precari, i lavoratori in nero, devono difendere con i denti una pagnotta...
Ma voi credete che si stia facendo il meglio per uscire dalla situazione attuale? (Io no).
Stanno semplicemente consegnando "Brioches alla marmaglia"...
Siamo un Paese, come altri, che ha la mafia sul suo territorio, ma il nostro Stato non la combatte perchè preferisce trattare con la mafia...
Ma voi volete che il Sacrificio di uomini morti per la Libertà e di quelli ancora vivi che lavorano ogni giorno per la Legalità, venga dimenticato e messo da parte perchè domani potrebbe servirvi un favore? O perchè certe cose non si dicono... altrimenti? (Io no).
Hanno definito un Sistema, di corruzione e malaffare, che si può riscontrare in mille altre situazioni italiane, "Gelatinoso"... Non credo sia gelatina, questa è merda... tanta merda.


In Altre Parole: "O spaliamo e puliamo l'Italia da questa merda... O inghiottiamo..."


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Oggi voglio ricordare: Santi Milisenna

Segretario della Federazione comunista della provincia di Enna, viene ucciso dalla mafia il 27 maggio 1944 a Regalbuto (Enna).




martedì 16 febbraio 2010


Comandanti, Trincee e Danni




Ripubblico il video "Il Sistema Enna", in questo blog, perchè ci sono delle cose che andrebbero chiarite, alla luce dell'attività investigativa della Guardia di Finanza di Enna sull'ATO rifiuti EnnaEuno S.p.A..
Società per Azioni in liquidazione, EnnaEuno S.p.A., secondo la Guardia di Finanza ha provocato un danno all'erario (allo Stato, quindi a noi tutti) per 22.510.243,08 Euro.
Ma vediamo di affrontare la cosa con ordine.
Le indagini in corso riguardano l'attività esercitata da EnnaEuno S.p.A., dal 2003 (anno di nascita della società) al 2007. Cosa è successo?... Bene (anzi, male), si tratta di Falso in Bilancio: la società chiudeva il Bilancio 2005 con un utile d'esercizio fittizio, attraverso voci di bilancio che indacavano ricavi e crediti totalmente inesistenti legati a presunti evasori della tariffa di igiene ambientale, ed arginava le rilevanti perdite registrate nel Bilancio 2006. Il falso in bilancio serviva per ottenere 8.915.010,08 Euro dal fondo di rotazione della Regione Sicilia.
Nel gennaio 2010, la Guardia di Finanza a posto sotto sequestro beni e liquidità alla EnnaEuno S.p.A. per il valore della cifra ricevuta, ingiustamente, dalla Regione Sicilia (8.915.010,08 Euro). La Guardia di Finanza, dopo avere scoperto la truffa nei confronti della Regione Sicilia, ha segnalato un ulteriore danno all'erario di 13.595.233,00 Euro (e così arriviamo alla cifra di 22.510.243,08 Euro), attraverso pesanti perdite d'esercizio (nascoste falsando i bilanci) negli anni 2005, 2006 e 2007 al fine di evitare la messa in liquidazione e lo scioglimento della società EnnaEuno S.p.A.. Si tratta quindi di perdite che, se fossero state segnalate in tempo, avrebbero potuto indurre ad intraprendere azioni di risanamento, evitando l'ulteriore aggravamento della situazione finanziaria della società.
Quindi, stando ai fatti, gli "onorevoli" di tutti i colori politici, presenti nel Cda della EnnaEuno S.p.A. in quegli anni (2005, 2006 e 2007), dovrebbero avere delle responsabilità sui danni erariali provocati alla collettività...
Non conosco i nomi di tutti i membri del Cda che si sono alternati in quegli anni però, attraverso le parole e la data del video, posso capire che dentro c'erano: Vladimiro Crisafulli in qualità di Presidente (ieri Ds, oggi Senatore nel Pd), Ugo Grimaldi come Vice Presidente (ieri Forza Italia, oggi Pdl), Elio Galvagno come Amministratore delegato (oggi deputato alla Regione Sicilia del Pd), Salvatore Termine come componente del Cda (oggi deputato alla Regione Sicilia del Pd), Carmelo Tumino come componente del Cda (ieri Margherita, oggi DL)...
Se trovo tutti i nomi dei membri del Cda naturalmente li pubblico, intanto accontentiamoci ed elogiamo questi "Capitani coraggiosi che sono scesi in trincea per fotterci"...


In Altre Parole: "Il Sistema Enna è un sistema trasversale... Non importa di che colore politico sei, l'importante è che dividiamo tutto equamente..."



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Oggi voglio ricordare: Antonino Ciolìno

Ucciso dalla mafia nel 1924.






venerdì 12 febbraio 2010


Pensano solo a fottere (in tutti i sensi)



Non posso crederci che l'allenatore della Nazionale italiana abbia potuto fare tutto questo... Volete dirmi che lui ha girato appalti milionari a costruttori, che ridevano per il terremoto all'Aquila, in cambio di prestazioni sessuali?... Ma non può essere... Lui ha la fede nuziale al dito e poi non avrebbe mai potuto ricoprire una ruolo del genere... Insomma, rappresenta l'Italia per intero e non solamente l'ambito calcistico... Come?... Non è l'allenatore della Nazionale di calcio?... E' il Direttore della Protezione Civile?... Ma stiamo parlando di Guido Bertolaso no?... E che cazzo ne sapevo io... Quello va sempre in giro con le felpe della Nazionale!... Quindi Protezione Civile... Ma scusa la Protezione Civile non si occupava di interventi di emergenza, di soccorso o di interventi dopo delle calamità?... Perfetto... Ma che cavolo c'entrano il G8 e le Olimpiadi di Nuoto?... E poi è mai possibile che se si frequenta Berlusconi si deve andare a puttane? Si è vero, Berlusconi sta mandando l'Italia intera a puttane... Però, se è tutto vero, ci vuole una bella faccia di gomma per dire che non è vero niente... Anche su questo hai ragione, daltronde il maestro è Berlusconi, che per faccia di gomma... Certo che Berlusconi avrà dei poteri assurdi... E' come quel sovrano che qualsiasi cosa toccava la trasformava in... Re Mida... la trasformava in oro?... No no, Berlusconi la trasforma in Merda...


In Altre Parole: "Questi pensano solo a fottere (in tutti i sensi)..."


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Oggi voglio ricordare: Sebastiano Bonfiglio



Sindaco di Erice nonchè membro della direzione del Partito Socialista, viene ucciso dalla mafia l'11 giugno 1922 a Erice (Trapani).

mercoledì 10 febbraio 2010

A che ora è la Rivoluzione?



I fidi consiglieri, muti, sordi e ciechi, del Sovnano del Regno delle Mafie, BerLoscone da Hardcore, hanno approvato il decreto legislativo che regolamenta la reintroduzione del Nucleare nel Regno. Ritenendo ormai troppo vecchia l'idea del popolino del Regno, che aveva votato No al Nucleare nel 1987, ed avendo accertata la nuova volontà, attraverso sondaggi e opinioni di Uomini e Donne (della De Filippi) preparati sull'argomento, hanno deciso di procedere. Quindi, attraverso il decreto, è stata regolamentata la localizzazione, la realizzazione e l'esercizio degli impianti, il sistema di stoccaggio del combustibile e dei rifiuti radioattivi. Inoltre, ci saranno delle misure compensative al pubblico: tra i consiglieri, oggi a palazzo, si pensava di aprire un grande nightclub presso ogni città ricevente scorie radioattive, di modo che gli uomini siano soddisfatti per le conseguenze sulla "Natura", le donne siano affaccendate nel lamentare la loro "Cornificazione" ed i Bambini... Beh, loro prenderanno Tumori e Caramelle... Ma tranquilli, magari i consiglieri si riferivano ai bambini di un'altra nazionalità, tipo la Somalia (Paese tradizionalmente ghiotto di scorie radioattive occidentali).
Rimanendo in tema, sulle Opere di costruzione utilissime al Regno delle Mafie (appalti per il G8), è arrivata la notizia che le solite TogheRosseComunistePoliticizzatePerseguitaBravaGente hanno fatto arrestare il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (Angelo Balducci), altre persone e stanno indagando su Guido Bertolaso, quello della Straprotezione Civile del Regno.
Pare che vi siano state degli appalti sospetti e un pò di corruzione in mezzo... Bertolaso era pronto a dimettersi ma il Sovnano BerLoscone da Hardcore, pare che lo voglia perdonare e con un "Così fan tutti" lo nominerà consigliere.
Ma i problemi gravi nel Regno li portano sempre quelle TogheRosseComunistePoliticizzatePerseguitaBravaGente, che continuano ad interrogare il figlio di un Nobil Uomo del Regno che, a differenza del padre (Vito Ciancimino), racconta Minchiate!
Le ultime sono: "Tra le varie vicende della Trattativa tra Mafia e Stato, in quello stesso periodo, sembra che sia nato un Partito politico sostenuto dalla Mafia che si chiamava Forza Italia (oggi Popolo della Libertà)" e poi "I Mafiosi hanno investito del denaro sporco presso opere (Milano 2) costruite dall'allora non Sovnano BerLoscone da Hardcore"...
Ma nelle continue minchiate, di Massimo Ciancimino, continua ad essere tirato in ballo il Gran Consigliere del Regno: Marcello Dei Muti (Uomo di panza). Quest'ultimo, ormai stanco, ha detto chiaramente in una intervista sul Fatto Quotidiano: "Io sono un politico per legittima difesa. A me della Politica non frega niente. Mi difendo con la politica, sono costretto. Quando nel 1994 si fondò Forza Italia e si fecero le prime elezioni, le candidature le feci io: non mi sono candidato perchè non avevo interesse a fare il deputato". Arrestato per false fatture nel 1995, Marcello continua e dice: "Mi candidai alle elezioni del 1996 per proteggermi... Non sono mica cretino! Mi devo difendere o no? Quelli mi arrestano!"...
Ma c'è sempre una buona notizia, scaccia crisi, che mette di buon umore il popolino del Regno delle Mafie... Il Sovnano BerLoscone da Hardcore ha acquistato la sua 28° dimora: Villa Gernetto di Lesmo, in Brianza... Al diavolo la Crisi, i Disoccupati e tutti quanti...


In Altre Parole: "A che ora è la Rivoluzione per ristabilire la Democrazia?..."


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Oggi voglio ricordare: Domenico, Mario, Pietro e Paolo Spatola


Parenti di Giacomo Spatola, presidente della società agricola cooperativa di Paceco. Vengono uccisi dalla mafia nel febbraio 1922 a Paceco (Trapani).



lunedì 8 febbraio 2010


E queste sono le alternative al BerLoscone?




Tecnocrazia, oligarchia o politica illuminata?... In quale Paese vive Vincenzo De Luca?... Dalle sue parole contro Beppe Grillo e Alex Zanotelli, si capta appieno lo smarrimento (o al contrario, il progetto) di una classe politica che non crede al secondo comma dell'Art. 1 della Nostra Costituzione, in quale recita che "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". La sua idea di partecipazione attiva si ferma al voto di un candidato nelle tornate elettorali e poi sia fatta la volontà degli oligarchi... perchè per De Luca la cultura e l'informazione (scientifica, tecnica, eccetera) stanno nelle mani dei docenti universitari e dei tecnici, mentre Beppe Grillo è un pagliaccio che alza la voce per attirare un bacino di utenti sconclusionati come lui e Alex Zanotelli è un prete che, invece di andare in giro per il mondo a fare non si capisce bene cosa (perchè De Luca, oltre a non conoscere Alex, ha un'ecoballa al posto della materia grigia), dovrebbe stare buono e fare catechismo in parrocchia. Naturalmente, tornando al comma due dell'Art. 1 della Nostra Costituzione, De Luca non conosce i limiti della legge o comunque se ne frega (un po' come fanno quasi tutti i suoi prototipi). Così, nel 2008, De Luca ed altri 46 imputati ricevono un rinvio a giudizio (uno dei tanti passi del processo).
Ma cosa avrà mai fatto De Luca?... Gli vengono attribuiti i reati di associazione a delinquere e concussione. Giusto per intenderci, la concussione è il più grave dei reati contro la pubblica amministrazione e consiste nel farsi dare o nel farsi promettere denaro o un altro vantaggio anche non patrimoniale abusando della propria posizione (di pubblico ufficiale).


In Altre Parole: "Vincenzo De Luca è il candidato ideale, del Partito Democratico, per la Regione Campania... L'unica nota stonata in tutto ciò è il sostegno dell'Italia dei Valori..."


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Oggi voglio ricordare: Giuseppe e Vito Cassarà


Uccisi dalla mafia nel 1921