domenica 8 marzo 2009

PRESENTAZIONE DEL LIBRO
COLLETTI SPORCHI

di Ferrucci Pinotti e Luca Tescaroli


Ero presente alla presentazione del libro, così come tanta altra gente, seduto in fondo alla sala a tre sedia di distanza da Gioacchino Genchi, una persona che bisogna rispettare e sostenere per il suo onesto lavoro ( l'aula magna di Giurisprudenza, a Palermo, era piena).
Gente interessata, gente onesta e desiderosa di giustizia per il nostro paese.
L'evento è iniziato con la proiezione di un filmato, introdotto dal direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni, che vedeva due grandi maestri del giornalismo:
una celebre intervista di Enzo Biagi a Giuseppe Fava.

Subito dopo la parola passa al giornalista de La Repubblica Enzo D'Antona, coordinatore dell'evento, che darà la parola a: il sostituto procuratore di Palermo Nino Di Matteo; il sostituto procuratore di Palermo Roberto Scarpinato; il sostituto procuratore di Palermo Antonino Ingroia; il cittadino Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla Mafia (e non solo); il sostituto procuratore di Roma Luca Tescaroli .

In poche parole, ma soprattutto
In altre parole, gli interventi che si sono susseguiti hanno avuto un unico filo rosso: "il crimine dei colletti bianchi".
Importanti sono stati gli appelli di Antonino Ingroia e di Nino Di Matteo, che hanno chiesto ai cittadini di fare più attenzione al lavoro della magistratura, cercando di sostenere il lavoro dei pm onesti ed evitando la diffidenza nella Giustizia; mentre il secondo pm ha denunciato la lentezza della Giustizia in Italia e l'insufficienza di giudici all'interno delle procure italiane ( nello specifico: mancano procuratori aggiunti a Caltanissetta ).

Voglio dare l'importanza che merita all'intervento di Salvatore Borsellino che, con grande fermezza, denuncia (e non è la prima volta) il regime che viviamo in italia attraverso il controllo dell'informazione e l'asservimento dei giornali ai gruppi di potere.
Al termine del suo intervento, dopo rumorosi applausi di consenso, ha preso la parola Enzo D'Antona, il quale afferma che la linea de La Repubblica non è come gli altri quotidiani.
Subito dopo le dichiarazioni di D'Antona c'è stata una breve, ma accesa, disapprovazione da parte dei cittadini presenti nei confronti del giornalista ( è stato gridato:"Ipocrita!... Buffone!...").

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