martedì 30 agosto 2011

Senza governo


"Direi d’essere un libertario, una persona estremamente tollerante. Spero perciò d’essere considerato degno di poter appartenere ad un consesso civile perché, a mio avviso, la tolleranza è il primo sintomo della civiltà, deriva dal libertarismo. Se poi anarchico l’hanno fatto diventare un termine negativo, addirittura orrendo… anarchico vuol dire senza governo, anarche… con questo alfa privativo, fottutissimo… vuol dire semplicemente che uno pensa di essere abbastanza civile per riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia (visto che l’ha in se stesso), le sue stesse capacità. Mi pare così vada intesa la vera democrazia. […] Ritengo che l’anarchismo sia un perfezionamento della democrazia. Tutti gli anarchici seri la pensano così. Sono quelli che non sono anarchici che invece la fanno pensare diversamente.

Qualche mio collega sostiene che io sia un falso proletario. Proletario io? Né falso, né vero. A parte che spesso mi sono trovato in bolletta, perché non c'è gusto migliore che spendere i propri soldi, per bagordare e viaggiare con gli amici. E d'altronde quella di proletario è pur sempre un'etichetta, sicché la rifiuterei in ogni caso, come tutte le altre etichette che via via hanno provato ad appiccicarmi addosso - di comunista, di democristiano, di socialista, di borghese, perfino di fascista. Se sono, "più modestamente", un anarchico è perché l'anarchia, prima ancora che un'appartenenza, è un modo di essere [...].

Fu grazie a Brassens che scoprii di essere un anarchico. Furono i suoi personaggi miserandi e marginali a suscitarmi la voglia di saperne di più. Mi ha insegnato per esempio a lasciare correre i ladri di mele, come diceva lui. Mi ha insegnato che in fin dei conti la ragionevolezza e la convivenza sociale autentica si trovano di più in quella parte umiliata ed emarginata della nostra società che non tra i potenti. Cominciai a leggere Bakunin, poi da Malatesta imparai che gli anarchici sono dei santi senza Dio, dei miserabili che aiutano chi è più miserabile di loro. Santi senza Dio: partendo da questa scoperta ho potuto permettermi il lusso di parlare anche di Gesù Cristo, prima in Si chiamava Gesù, poi in La buona novella, e oggi mi viene il dubbio che anche lui non fosse che un anarchico convinto di essere Dio; o forse, questa convinzione, gliel'hanno attribuita gli altri.
Intanto, da Bakunin ero passato a Stirner, e da una visione collettivistica ne scoprii una individualistica: dopo tutto, ci vuole troppo tempo a trovare gente con la quale vivere le mie idee, e così me le vivo da solo.

Aspetterò domani, dopodomani e magari cent'anni ancora finché la signora Libertà e la signorina Anarchia verranno considerate dalla maggioranza dei miei simili come la migliore forma possibile di convivenza civile, non dimenticando che in Europa, ancora verso la metà del Settecento, le istituzioni repubblicane erano considerate utopia".






domenica 28 agosto 2011

Socialismo borghese



“Senza uguaglianza politica non vi è libertà politica reale, ma l’uguaglianza politica non diventerà possibile che quando si avrà l’uguaglianza economica e sociale”.

“Ammiro moltissimo quei buoni socialisti borghesi che ci gridano a ogni momento: “prima istruiamo il popolo e dopo emancipiamolo”. Noi, al contrario, diciamo: “Che esso anzitutto si emancipi, poi si istruirà da sé”. Chi istruirà il popolo? Voi? Ma voi non lo istruite, voi lo avvelenate cercando di inculcargli tutti i pregiudizi religiosi, storici, politici, giuridici ed economici che garantiscono la vostra sopravvivenza a sue spese e allo stesso tempo uccidono la sua intelligenza, indeboliscono la sua legittima indignazione e la sua volontà! Voi lo lasciate ammazzare di quotidiano lavoro e della sua miseria e gli dite “Istruisciti!”. Ci piacerebbe proprio vedervi, voi tutti, con i vostri bambini, istruirvi dopo tredici, quattordici, sedici ore di lavoro avvilente con la miseria e l’incertezza del domani come sola ricompensa. (…) Si, indubbiamente gli operai faranno tutto quanto è in loro potere per darsi tutta l’istruzione possibile nelle condizioni materiali in cui ora si trovano. Ma senza lasciarsi fuorviare dalle voci di sirena dei borghesi e dei socialisti borghesi, essi concentreranno i loro sforzi anzitutto sulla grande questione della loro emancipazione economica, madre di tutte le altre emancipazioni”.

Michail Aleksandrovic Bakunin


sabato 27 agosto 2011

Paradosso



"Strettamente parlando noi [anarchici] non possiamo avere una politica estera, poiché noi stiamo e vogliamo stare fuori e contro l’attuale spartizione del mondo in Stati rivali. Per noi non vi sono stranieri". Errico Malatesta



domenica 21 agosto 2011

Tu credi in Dio, mentre io non credo in dio


Tu credi in Dio, mentre io non credo in dio. In realtà una volta credevo in Dio. Credevo anche all’Arcangelo Gabriele, alla Madonna, a Giuseppe ed al bambino Gesù nato al freddo e al gelo. Però adesso non ci credo più. Vabbé, una volta credevo anche a Babbo Natale. Tu invece mi dici che la storia della Vergine Maria è un miracolo bellissimo di Dio, perché la Madonna ha risposto a Dio dicendo “Sia fatta la tua volontà”, senza pensarci neanche un minuto, ed ha concepito il bambino senza neanche una notte di sesso con Giuseppe. Io ti dico che è una favola, neanche tanto bella. Ma che c’è! C’avete problemi col sesso? Comunque, se oggi vuoi fare sto “miracolo”, e non perché te lo dice Dio attraverso un Arcangelo, non per il piacere della magia, ma perché ci sono dei problemi per cui non si riesce a far nascere il bambino, allora puoi farlo. Fecondazione assistita si chiama. Però se credi in Dio, credi anche al delegato numero uno di Dio, diciamo n’altro arcangelo. Il papa, parlo del papa. Ecco lui non è d’accordo, per lui la fecondazione assistita è peccato. Quindi se credi in Dio, e tu credi in Dio, il “miracolo” non lo puoi fare. Io che non credo in dio, e non posso avere figli senza la procreazione assistita, devo andare all’estero. Preciso che vado all’estero non perché nel frattempo mi godo la vacanza, non perché è una mia scelta libera, ma perché il tuo arcangelo dice che è peccato e che queste cose non si fanno. È peggio del sesso col preservativo!

Tu credi in Dio, mentre io non credo in dio. La favola dell’uomo e della donna creati col fango era bella quand’ero piccolo, ora è simpatica ma non è vera. Tu mi dici che quella è una favoletta, ma che Dio ha creato tutto quanto, quindi anche l’uomo e la donna. Io ti dico che non credo in dio e che degli uomini a forza di raccontare favolette e di credere a favolette, si sono creati tutto questo mondo e si sono dati queste regole dicendosi a vicenda che era stato dio a dargliele. Tu credi nelle regole di Dio. Anche se non credo in dio devo ammettere che una regola mi piace, quella che dice “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”. È bella come regola, anche perché non specifica se quelli che si devono amare devono essere alti, bassi, magri o grassi. Quindi possono essere un uomo e una donna qualsiasi o possono anche essere due uomini o due donne qualsiasi. Ma tu credi in Dio e quindi anche al suo arcangelo ed ai suoi sottoposti che dichiarano pubblicamente che non bisogna trattare i gay come tutti gli altri rispetto ai diritti riconosciuti alle coppie eterosessuali. Ti fa schifo se vedi due frocioni che si amano e quindi si baciano o stanno mano nella mano per strada. Sono malati, immorali e indecorosi. E quando moriranno, gay e trans, non potranno mai entrare nel Regno dei Cieli. Io ti dico che non credo in dio e che per colpa della tua convinzione sul tuo Dio stai rovinando la vita a milioni di persone che si amano e che vorrebbero farlo pubblicamente, come per altro aveva detto il figlio del tuo Dio. Tu credi in Dio, mentre io non credo in dio.

“Tutto ciò che è umano nell’uomo, e più di ogni altra cosa lo è la libertà, è il prodotto di un lavoro sociale, collettivo. Essere libero nell’isolamento assoluto è un’assurdità inventata dai teologi e dai metafisici che hanno sostituito la società degli uomini con quella del loro fantoccio, di Dio. Ognuno, dicono essi, si sente libero in presenza di Dio, vale a dire del vuoto assoluto, del nulla. È la libertà del nulla o il nulla della libertà: la schiavitù. Dio, la finzione di dio, è stata teoricamente la causa morale, o piuttosto immorale, di tutti gli asservimenti. […] Per essere libero io ho bisogno di vedermi circondato, e riconosciuto come tale, da uomini liberi”.

Michail Aleksandrovic Bakunin


venerdì 19 agosto 2011

La libertà dei poveri

“La borsa valori in rialzo. Alto rischio recessione. I listini cercano di ripartire dopo l’avvio nel panico e il tonfo asiatico”. Chiaro no? Comprare e vendere. Fiducia e valutazioni. Creditori e debitori. E dentro ci siamo anche noi. Anche noi che abbiamo avuto il privilegio e la perseveranza di leggere un bel po’ di libri in più rispetto al panettiere ed al barista in fondo alla piazza. Libri che teorizzano modelli economici efficienti, dal profitto assicurato e con sporadici fallimenti del mercato, dove la donna e l’uomo non esistono, ma esistono solo: produttori, acquirenti e consumatori. Ma rispetto al panettiere ed al barista, anche se alla fine il meccanismo quello vero, “la mano invisibile” diceva qualcuno, lo conosciamo poco anche noi, insomma rispetto alla gente della strada, alle chiacchiere da bar, sappiamo che questa è una fase del gioco. Sappiamo anche che le regole del gioco non sta a noi deciderle (il popolo è sovrano!), ma che si accettano perché “se giochi bene e ci sai fare, allora stai meglio di sicuro!” e gli altri, attorno a te, che non sono bravi, non hanno gli affari nel sangue, non vogliono o non sanno truffare, insomma sono onesti o pessimi disonesti, hanno comunque una cosa che li accomuna: le pezze al culo. Il gioco è questo, c’è chi vince e c’è chi perde, non abbiamo deciso noi le regole (il popolo è sovrano!) se non vuoi giocare con queste regole sei libero di morire di fame, di sete e pieno zeppo di malattie. L’importante è che non ti prendi la libertà di ribellarti. La violenza genera violenza. Anche se c’è violenza e violenza. C’è quella di origine controllata e certificata contro quella dell’orto fatta in casa. Fino a quando la Violenza Doc vince sulla Violenza casareccia la maggioranza vince, quindi siamo in democrazia, quindi il popolo è sovrano! E chi si ribella alla Violenza Doc va educato, indottrinato e recuperato, in una cella 3X2 assieme ad altri allievi. C’è solo un corso, anche se gli allievi hanno effettuato percorsi differenti. Un unico corso, in piccole aule. Giorni, mesi, anni di lezioni, per imparare che se giochi seguendo le regole può andarti bene o male, ma comunque potrai prenderti la libertà di calpestare più di 6 metri quadrati.

In Altre Parole: “La libertà dei poveri”


giovedì 18 agosto 2011

I peccati della Maddalena



“Da metà maggio del 2011, il movimento No Tav si è installato alla Maddalena, una località nei pressi di Chiomonte, Val di Susa. Protetta da alcune barricate, nasce così la Libera Repubblica della Maddalena, costituita per impedire lo scavo di un tunnel esplorativo e di servizio. La galleria, lunga 7 Km, dovrebbe partire proprio dal centro della Valle Clarea, già attraversata da un imponente viadotto dell’autostrada. All’alba di lunedì 27 giugno, la Libera Repubblica della Maddalena viene assaltata da 2.000 uomini delle forze dell’ordine. Dopo poche ore, e migliaia di candelotti lacrimogeni, i No Tav sono costretti a ritirarsi. La polizia conquista la Maddalena e militarizza l’area circostante, permettendo alle imprese che hanno ottenuto l’appalto di iniziare la messa in opera del cantiere. Il movimento No Tav non demorde e lancia una manifestazione nazionale per domenica 3 luglio”.

da “I peccati della Maddalena” di Manolo Luppichini